Tre denunciati per un “safari” fotografico 

Sorpresi dai carabinieri forestali nell’area dell’orso. Non avevano l’autorizzazione del Parco

PESCASSEROLI . Rimedieranno una denuncia i tre giovani sorpresi “a caccia” di immagini all’interno del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.
A intercettarli durante il “safari” fotografico sono stati i Carabinieri forestali della Stazione Parco di Pescasseroli agli ordini del colonnello Clara D’Angelo, nel pomeriggio di ferragosto. I carabinieri forestali erano intervenuti «per contrastare la deprecabile pratica di ottenere a tutti i costi immagini e video a distanza ravvicinata degli orsi che vivono nell’area protetta».
I militari, su segnalazione di personale del Servizio Scientifico del Parco, intento in attività di monitoraggio faunistico, hanno intercettato l’auto dei fotografi mentre scendeva dalla strada della Cicerana, dopo una seduta di caccia fotografica sulle montagne sopra Pescasseroli. I tre giovani, due uomini e una donna, con al seguito attrezzatura tecnica e materiale mimetico per appostamento, hanno ammesso di essersi recati in una zona ricca di piante fruttifere (Ramnus alpinus) frequentata dagli orsi in questo periodo, allo scopo di fare attività di fotografia naturalistica.
Tutti e tre sono stati condotti in caserma per l’identificazione. Saranno denunciati all’autorità giudiziaria per violazione della legge quadro sui Parchi nazionali e le Aree protette (la numero 394 del 1991), che prevede l’autorizzazione dell’Ente parco per lo svolgimento di tali attività, spesso a fini di lucro, che sono potenzialmente dannose per la conservazione di specie che hanno bisogno di un altissimo grado di protezione, perché a rischio d’estinzione come l’orso bruno marsicano. Nel territorio del Pnalm, sono pochissimi gli esemplari di orso rimasti, di cui solo 11 femmine in età fertile.
Il vicepresidente del Pnalm, Augusto Barile, «con riferimento al vero e proprio assalto di fotografi, sia dilettanti che professionisti, che negli ultimi tempi si è scatenato nei confronti degli esemplari che formano la popolazione di orso marsicano sopravvissuta nel Parco», si è appellato «alla sensibilità di tutti perché vengano assolutamente evitati tali comportamenti nei confronti della fauna in generale e in particolare dell’orso, che troppo spesso viene disturbato in momenti cruciali del suo ciclo biologico, come l’accoppiamento, la cura dei cuccioli e l’alimentazione pre-letargo, con gravi conseguenze per la conservazione della specie». (u.c.)