Trecento case popolari sono murate

I cittadini scoprono gli alloggi non assegnati. Pignoli: intollerabile

PESCARA. Case Ater con una camera, una cucina, un piccolo salotto e il bagno fino ad appartamenti popolari più grandi con due camere, cucina, salotto e doppi servizi: sono gli interni di alcuni alloggi in via Caduti per Servizio, a Villa del Fuoco e a Zanni le cui porte d'ingresso sono murate. Case disabitate, non assegnate a chi da anni è in lista di attesa per ricevere un alloggio. Due cittadini, che aspettano una casa da cinque e otto anni, hanno fatto un giro per i quartieri popolari e hanno contato gli appartamenti vuoti: 300 case Ater sono murate.

Un piccolo censimento rudimentale fatto da cittadini senza casa, due persone con famiglie e bambini, due caselle nella lunga lista d'attesa che annovera oltre mille persone in attesa di una casa.  Hanno fotografato le porte murate e il loro censimento è stato raccolto dal consigliere della Lista Teodoro, Massimiliano Pignoli che, da parecchio, ha preso a cuore le storie dei più deboli e oggi annuncia battaglia: scrivere al presidente del consiglio regionale - l'Ater è un Ente strumentale della Regione - fino a organizzare una maxi protesta con i mille senza casa se quei 300 appartamenti non verranno assegnati.

L'Azienda territoriale per l'edilizia residenziale possiede a Pescara circa 3.300 case di cui, secondo le verifiche dei cittadini, circa 300 non sono assegnate e, soprattutto per evitare occupazioni abusive, sono state murate. Gli appartamenti, che vanno da circa 40 a 90 metri quadrati, si trovano in varie zone come Villa del Fuoco, Fontanelle, San Donato, via Aldo Moro, Zanni e ai Colli. In un pianerottolo, come è il caso di via Caduti per Servizio, ci sono anche tre case murate che, come le altre, potrebbero essere assegnate a chi ne ha bisogno.

L'Ater, per voce di un suo dirigente tecnico, l'ingegner Carmine Morelli, parla di numeri irreali - «a noi risultano una trentina di case non assegnate soprattutto perché poste sotto sequestro», dice - ma, intanto, dalle case popolari emerge un quadro poco chiaro, la difficoltà di sapere quanti siano realmente gli appartamenti abitati. Così, l'assessorato alle Politiche della Casa di Isabella Del Trecco, ha avviato un censimento sugli alloggi popolari sia di proprietà comunale sia dell'Ater, complessivamente circa 4.500. E' il Comune, infatti, ad assegnare le case popolari, indipendentemente dalla proprietà, sia che si tratti di case Ater che dell'amministrazione.

L'ultimo bando risale al 2006. In quell'anno, le domande sono state un migliaio e le case assegnate soltanto 70. Da quattro anni, nella graduatoria generale ci sono quindi oltre 900 persone a cui, poi, si aggiungono le 250 in attesa di un alloggio provvisorio. Requisito fondamentale per ottenere una casa è appartenere a una fascia di reddito bassa e avere altre condizioni sfavorevoli a cui viene assegnato un punteggio.

Quelle trecento case sfitte, chiuse da mattoni, potrebbero dare un tetto a una fetta di famiglie che cercano casa da anni e, per fare in modo che questo accada, Pignoli racconta che scriverà al presidente della Regione Gianni Chiodi, al presidente del consiglio regionale Nazario Pagano e agli amministratori di Pescara «perché una situazione del genere non può essere tollerata».

«Quei 300 alloggi», dice, «ci consentirebbero di sanare, almeno in parte, la situazione disperata di tante famiglie che vivono in condizioni critiche». E il consigliere annuncia anche che se quelle case non verranno assegnate è pronto a una protesta con le oltre mille persone che aspettano da anni di avere un tetto.

L'Ater, intanto, sottolinea, che il piccolo censimento fatto dai senzatetto non risulta ai loro uffici e che gli alloggi popolari non assegnati sono circa una trentina. «Alcuni perché sono sotto sequestro, altri perché sono stati rilasciati in pessime condizioni», spiega Morelli. «Sono quindi circa 30 le case murate, la precauzione che prendiamo per evitare che qualcuno occupi abusivamente la casa».

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