«Troppe ombre su Filò»

I manifestanti contro Russo. Acerbo: «Referendum»

PESCARA. L'apertura del cantiere all'altezza del complesso sportivo Le Naiadi ha apposto il crisma dell'ufficialità alla realizzazione della filovia sulla Strada parco. La conclusione dell'iter burocratico non ha sciolto i tanti nodi che avvolgono il più grande investimento sulla mobilità urbana dal dopoguerra ad oggi. Costi ritoccati verso l'alto, procedure normative controverse, atti rimasti chiusi nei cassetti della Gtm e, ciliegina sulla torta, il sospetto dell'inquinamento elettromagnetico.

I dubbi insinuati dai cittadini contrari alla realizzazione di un percorso elettrificato «illogico, niente affatto funzionale, inutilmente costoso e del tutto inadeguato a centrare gli obiettivi prefissati», sono stati sottoposti ieri mattina a Michele Russo, presidente della Gtm e a Pierdomenico Fabiani, responsabile del procedimento.

All'interno di una sala consiliare gremita e di fronte a una platea sensibile e informata, composta da esponenti del coordinamento "No filovia", con in testa Loredana Di Paola e Augusto De Santis, consiglieri comunali (l'establishment del Pd, più Adele Caroli e, accanto a Russo, il vicesindaco Berardino Fiorilli) e regionali (Maurizio Acerbo di Rifondazione comunista, Carlo Costantini dell'Idv) e tanta gente comune, qualche equivoco è stato chiarito e non sono mancate timide ammissioni.

Partiamo dagli albori: al momento del finanziamento di un «sistema di trasporto pubblico elettrificato a tecnologia innovativa» da parte del consiglio regionale abruzzese, una legge del 1992 prevedeva uno studio di impatto ambientale che, per esplicita ammissione dei vertici della Gtm, l'Ente non ha ritenuto opportuno concedere. I sindaci di Pescara e Montesilvano sono delegati alla realizzazione di Filò e l'autorizzazione è ufficializzata con una Conferenza dei servizi. Passano gli anni e il consiglio comunale non vota mai il progetto filovia, che supera però l'esame della giunta. «Un progetto di tale rilevanza sociale non ha avuto alcun processo partecipativo e non ha rispettato la procedura sulla trasparenza degli atti pubblici», tuona Acerbo dagli scranni di Palazzo di città, rilanciando l'ipotesi referendum e una discussione all'Emiciclo. L'incontro è movimentato, ma senza gli eccessi dell'assemblea di venerdì scorso, quando in comune sono stati scagliati microfoni e monetine. Merito del presidente della Gtm Russo, abile a mantenere la calma anche nei momenti più incandescenti e a non rinunciare al bonton nemmeno quando il discorso viene più volte interrotto dalle urla di qualche cittadino che chiede con insistenza le dimissioni e mostra un cartello con la scritta: "Ricorda il tuo stipendio è pagato da noi". «Il blocco dei lavori non risolverà la questione», sottolinea Russo, «l'opera è stata pensata per alleggerire il traffico sull'asse nord-sud, dove gli autobus sono sovraccarichi. La previsione di 800 passeggeri all'ora è una stima in base alla capacità di carico dei mezzi». A Carlo Costantini, che fa notare come i fili elettrici a ridosso delle abitazioni siano indispensabili, pena la perdita del finanziamento, Russo risponde così: «Il progetto è questo, non possiamo cambiarlo. Il momento della discussione è terminato da un pezzo, la legge prevede altri strumenti per bloccare decisioni che si ritengono errate: referendum, osservazioni o denunce alla procura della Repubblica».

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