Turrivalignani, il sindaco indagato si dimette

Di Cecco, al centro dell’inchiesta Ncc, scrive al prefetto: decisione irrevocabile. L’opposizione esulta

TURRIVALIGNANI. Il sindaco Roberto Di Cecco finito agli arresti domiciliari il 12 dicembre 2012 – in seguito all’accusa di aver rilasciato un numero ingente di autorizzazioni di noleggio con conducente Ncc a favore di soggetti che, in realtà, non hanno mai svolto il servizio di trasporto – ha presentato le dimissioni «irrevocabili» da primo cittadino. L’atto è stato depositato l’8 gennaio scorso alla prefettura di Pescara, ma solo ieri la notizia si è diffusa. L’11 gennaio a Di Cecco sono stati revocati anche gli arresti domiciliari.

Il tempo tecnico affinché le dimissioni diventino definitive è di 20 giorni e anche se Di Cecco le ha definite «irrevocabili», potrebbe sempre ritirarle nell’arco degli stessi 20 giorni. Dopo il 28 gennaio, dunque, nel piccolo Comune della Val Pescara potrebbe arrivare il commissario prefettizio per traghettare il Comune nell’ordinaria amministrazione fino a nuove elezioni. Esulta il gruppo di minoranza della lista civica Un Buon Paese (con tendenza di centrosinistra) guidato da Marina Canzano e formato anche da Giancarlo Serafini, Gianni Iezzi e Mariano Molinaro. «È l’unico atto sensato della legislatura Di Cecco», afferma il gruppo in una nota, «arrivato a circa 30 giorni dagli arresti scattati per gravi capi di imputazione: corruzione continuata e associazione a delinquere».

«Avevamo chiesto le dimissioni del sindaco e della giunta», spiega la capogruppo Canzano, «già il 15 dicembre, mentre il 28 l’indizione di un consiglio comunale straordinario con un solo punto all’ordine del giorno: la mozione di sfiducia al sindaco Di Cecco. Dunque, accogliamo bene la decisione del sindaco che apre le porte a nuove elezioni per ridare al paese una amministrazione che possa finalmente farlo decollare e soprattutto partecipare alla vita pubblica».

Di Cecco, 45 anni, era al suo secondo mandato: era stato rieletto a capo della lista Turri per Tutti nel 2009 e la sua amministrazione sarebbe durata fino al prossimo 2014.

Di Cecco affronta il caso giudiziario difeso dall’avvocato Giuliano Milia e respinge le accuse a suo carico sostenendo di «non aver mai percepito soldi» e di aver autorizzato il servizio «solo perché il Comune aveva necessità delle somme che ogni concessionario deve versare all’ente».

A Turri sono state rilasciate 80 licenze Ncc a fronte delle 60, determinate con una delibera che da 4 le portava appunto a 60 – basata sulla motivazione di far fronte ai Giochi del Mediterraneo di Pescara – che però non è stata mai approvata dalla Regione. Le licenze, per la polizia che ha svolto le indagini, sarebbero state ottenute in cambio di esborsi dai 2 mila fino ai 10 mila euro, e ritenute illegali poiché i detentori non osservano l’obbligo della rimessa dei mezzi da noleggio nel comune concessionario.

Walter Teti

©RIPRODUZIONE RISERVATA