Un tema per fare l’accalappiacani a Pescara, i candidati esclusi vanno dal pm

Il concorso della Asl finisce tra denunce e ricorsi: sotto accusa la selezione giudicata troppo difficile. Due bocciati su tre partecipanti: «La risposta giusta possibile solo grazie a un sogno premonitore»

PESCARA. Un ricorso al Tar che si è già detto «incompatibile» chiamandosi fuori, altri due ricorsi presentati al giudice del lavoro e anche due esposti alla procura. Il concorso della Asl di Pescara per due posti a tempo indeterminato da accalappiacani si ritrova al centro di accuse incrociate e diventa un caso. Perché, i candidati esclusi si sono rivolti a tre settori del tribunale per chiedere tutela.

Tema contestato. Tutto inizia con un tema, poi, contestato: al concorso, in programma il 10 marzo scorso, si presentano in tre. Il bando della Asl parla di una «selezione» prima della prova pratica: «La selezione», dice il documento, «consiste nello svolgimento di prove teoriche e/o pratiche attitudinali ovvero in sperimentazioni lavorative». I tre si trovano davanti a un tema che, così dice l’avvocato di uno degli esclusi, sarebbe capace di mettere in difficoltà anche un giudice: «L’agente tecnico accalappiacani nella Asl di Pescara ha la qualifica di agente di polizia giudiziaria. Riporta qui di seguito cosa indica avere questa qualifica e quali sono i doveri e i diritti di chi li esercita».

Due candidati – uno da 6 anni al lavoro al canile del Comune di Pescara e l’altra già accalappiacani precaria della Asl con due anni di servizio – non sanno rispondere: «Inidonei». Il terzo risponde alla perfezione e la sua risposta è sezionata dagli avvocati Marcello Russo e Luisa Ebe Russo, curatori del primo ricorso al Tar per conto dell’esclusa e base per i successivi appelli al giudice del lavoro: «Certo», spiega il ricorso, «non si può non riconoscere l’eccezionale competenza giuridica della vincitrice che ha trattato con non comune ampiezza di nozioni reali, competenze e anche remunerazioni straordinarie dell’agente di pg tanto da far pensare a un sogno premonitore della traccia di esame». Un’allusione che fa scattare gli esposti: due quelli già mandati in procura. Uno è un foglio anonimo, l’altro è firmato dal parente di un candidato.

«I candidati esclusi si sono rivolti anche a noi», dice il segretario provinciale della Fials, Gabriele Pasqualone, «e noi abbiamo dato assistenza legale perché supponiamo che la procedura seguita non sia quella giusta». Per i candidati esclusi e il sindacato, nel caso degli accalappiacani, non si può puntare sul tema: è la pratica a essere decisiva, dicono.

Altri due assunti. Intanto, con tre partecipanti e due esclusi, il concorso porta a un’assunzione sola: ma la Asl, nel frattempo, ha assunto anche altri due accalappiacani, uno a tempo indeterminato e l’altro a tempo determinato, pescando da una lista del Centro per l’impiego.

Due cause. Il 5 dicembre prossimo, il caso arriverà al tribunale del lavoro: di fronte al ricorso dell’esclusa, la Asl ha affidato l’incarico della difesa all’avvocato Tommaso Marchese. Il 9 gennaio prossimo, in aula anche il secondo ricorso dell’altro bocciato che chiede al giudice del lavoro di «accertare e dichiarare» la «nullità dei contratti di lavoro» già firmati. «Attesa la infondatezza e la pretestuosità delle richieste», dice una delibera del direttore generale Claudio D’Amario. La Asl andrà in causa assistita ancora da Marchese. Tra ricorsi al Tar e al giudice del Lavoro, la Asl spenderà almeno 10 mila euro di spese legali.

Il tema e il «sogno». Dal Tar, al tribunale del lavoro fino alla procura: è il tema a essere messo sotto accusa. Se gli avvocati Russo già alludono a una presunta fuga del titolo della prova, lo stesso ricorso dice anche che il tema è uno di quelli impossibili: «È giusto che non si sconfini nell’arcano giacché la ricerca delle norme sulle funzioni di pg degli accalappiacani è risultata vana negli uffici della Asl e persino il sottoscritto avvocato non è riuscito a venirne a capo», dice Russo, «non solo tramite la sua strumentazione di studio ma alla Asl e alla Regione».

I legali arrivano a dire che neanche un cultore del diritto sarebbe capace di rispondere bene: «In definitiva, si può dire che anche un avvocato e persino un magistrato, chiamato a rispondere sul ruolo di pg dell’accalappiacani (sempre che non fosse preammonito da un sogno) si sarebbe trovato in imbarazzo e avrebbe risposto affermando cosa deve fare l’operatore nel rispetto della legalità cinofila. Per vero, il problema se lo deve essere posto la vincitrice ma ciò non può essere avvenuto negli studi di preparazione del concorso essendo la manualistica muta sul tema, non può averla appresa neppure tramite gli uffici della Asl (nei quali è occupato il paterno genitore). Solo un sogno premonitore ha potuto indirizzare il suo studio e consentire di memorizzare a perfezione l’articolo di legge».

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