Una holding polacca corteggia la Cir

La Wielton interessata all’azienda di Tocco. Ma Lolli avverte: «Questa soluzione impegnerebbe non più di 15 operai»

TOCCO DA CASAURIA. Fino ad oggi non ci sono proposte soddisfacenti per il lavoro e l'occupazione nella soluzione della vertenza della Compagnia italiana rimorchi (Cir), in concordato preventivo liquidatorio aperto presso il Tribunale di Verona con il commissario liquidatore Roberto Maria Rubini. Quella in atto potrebbe andar bene all'azienda, ma non certo ai lavoratori. Ci sono però spiragli per rendere meno dolorosa l'accettazione della dura realtà che vuole che questa fabbrica, oggi con 180 dipendenti in cassa integrazione in scadenza il prossimo 31 ottobre, ormai sia giunta alle fine dei suoi giorni.

È stato questo il filo conduttore dell'incontro che si è tenuto ieri in Cir con almeno un centinaio di lavoratori presenti, con il vice presidente della Regione Giovanni Lolli, accompagnato dal sindaco di Tocco Luciano Lattanzio e dal presidente del consiglio comunale di Torre Antonello Linari e affiancato dai rappresentanti della Fiom Cgil Nicola Di Matteo e Gino Marinucci, della Uilm Uil Luca Piersanti.

Le due organizzazioni sindacali finalmente hanno scelto di proseguire unite nella vertenza dopo le incomprensioni degli ultimi mesi. Lolli ha rassicurato su quanto fino ad oggi noto agli operai ed ai sindacalisti. L'unico investitore che ha manifestato serie intenzioni è la holding polacca Wielton spa, che fino ad oggi si diceva essere interessata solo ai marchi Cir ed al settore commerciale, al contrario è emerso come invece voglia spostare la produzione in Polonia ad esclusione dell'assemblaggio dei rimorchi finiti che potrebbe assegnare ad una sede italiana della Cir. Quella scelta dai polacchi è la ex Cardi di Bussolengo di Verona, per ovvie ragioni di minore distanza. I toccolani potrebbero competere per portare a Tocco questa lavorazione, «ma attenzione», ha fatto notare Lolli, «perché questo processo impegnerebbe non più di 10-15 operai».

Ecco perché il piano Wielton è insoddisfacente. «Sarà nostro compito», ha assicurato Lolli, «cercare nel più breve tempo possibile, nuovi investitori con un progetto industriale molto più concreto». Lolli ha riferito dell'interesse di un investitore cinese che avrebbe avuto intenzioni di entrare a Tocco e rimanerci, riavviando il ciclo produttivo della fabbrica. Una holding che però ha già tentato un’esperienza similare in Germania, ma che non ha avuto buon fine e dunque ora si muove con molta prudenza soprattutto in Italia dove le procedure burocratiche sono molto più complesse ed onerose. I tempi e la trattativa con i cinesi perciò, per ora, sono destinati a non essere presi in considerazione. Giovanni Lolli, portando come esempio la nascita nell'ottobre 2010 dello Iam, Innovazione automotive metalmeccanica, che raggruppa oltre 100 soci tra grandi industrie e piccole medie imprese (con l'intento di promuovere l'innovazione, lo scambio di conoscenze, il trasferimento tecnologico e la diffusione delle informazioni nel settore) che in un anno hanno fatturato oltre cinque milioni e mezzo di euro, ha tentato di dare speranze ai lavoratori nella prospettiva di poter rendere ancora appetibile la Cir a possibili investitori. Se ne potrà sapere di più entro la prossima settimana dopo gli incontri che si terranno a Roma il 26 settembre, al ministero del Lavoro e il 29, al ministero dell'Industria e dello sviluppo economico.

©RIPRODUZIONE RISERVATA