Una testimone: «Scena da torri gemelle»

Residenti evacuati e malori dopo la tragedia. E c’è chi adesso accusa: «Un disastro annunciato»

MONTESILVANO. «Una scena da torri gemelle». Così una delle residenti di via Isonzo sintetizza il dramma a cui ha assistito ieri mattina. «Le fiamme che uscivano dall’appartamento e quell’uomo: quando l’ho visto cadere giù mi sono sentita male». Anche lei, che preferisce non dare il nome, abita nel palazzo circolare di fronte alla Pineta. «Me n’ero andata con il terremoto, troppa paura, e proprio stamattina (ieri ndr) che volevo rientrare, questa tragedia». Come tanti del palazzo, la giovane donna è sotto choc, perché dice, «se è stato un cortocircuito dobbiamo sapere da che cosa è scattato. Perché praticamente siamo senza amministratore, il palazzo è in abbandono da più di due anni e quello che è successo, forse, sarebbe potuto accadere a chiunque di noi. Non è una questione di extracomunitari», puntualizza, «ma il fatto è che così senza controllo non sappiamo chi c’è nel palazzo e che cosa può succedere».

«È un disastro annunciato», tuona invece Carlo Ariosto, anche lui tra gli abitanti evacuati ieri dal palazzo di sette piani, 46 appartamenti di cui abitati solo la metà. «Ci sono gravi responsabilità», riferisce ancora Ariosto che per conto della sorella Stefania ha amministrato il palazzo qualche anno fa. «Mi ricordo che era una lotta continua per far togliere le bombole agli extracomunitari che d’estate arrivano a essere anche sette, otto ad appartamento. Ma hai voglia a mettere divieti e avvisi in bacheca, niente, non li rispettano, e hanno sempre insistito a usare le bombole. Mentre l’amministratore giudiziario che abbiamo non fa più neanche l’anagrafe condominiale e non sappiamo più chi c’è e che cosa fa nel palazzo. Possiamo solo ringraziare le forze dell’ordine e i vigli del fuoco che poi, per questi motivi, si trovano a rischiare la vita come oggi».

«Sono brave persone, non danno problemi, molti di loro sono diventati proprietari», interviene invece Marisa Balassone, nel palazzo da 45 anni. «Anche a me quando avevo la bombola del gas è successa una cosa simile, 25 anni fa. Ci fu la fiammata, sono scappata, arrivarono i pompieri. Ecco, oggi ho riprovato lo stesso senso di angoscia quando mi sono affacciata e ho visto la strada piena di persone che guardavano in su. Non vedevo dove, perchè il balcone ce l’ho dall’altro lato, ma mi sono detta ecco, un’altra bombola. E sono scappata in strada prima che scoppiasse». (s.d.l.)

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