Una tovaglia da 38 mila euro

Porto, viaggio tra i gioielli esposti fino a lunedì

PESCARA. Arazzi, porcellane, statute lignee, argenti navali, sheffield inglesi, tappeti e gioielli di epoche lontane che, in un accostamento inedito, strizzano l’occhio all’arte contemporanea: torna l’appuntamento con «L’Antico nel Porto», la rassegna, giunta alla sua quarta edizione, organizzata dalla Camera di Commercio. La mostra è stata inaugurata giovedì sera al Marina. Sarà visitabile sino a lunedì prossimo, dalle ore 19 alle ore 0,30 (ingresso 5 euro). «Quest’anno abbiamo scelto di puntare più sulla qualità che sulla quantità», ha detto il vicepresidente dell’ente camerale, Vittorio Di Carlo, promettendo un’esposizione di altissimo livello, dedicata «non soltanto ai pescaresi e ai turisti ma anche agli addetti al settore». Con Di Carlo a fare le veci del presidente Ardizzi - accompagnato da Dino Lucente, componente del Consiglio Camerale - hanno tagliato il nastro inaugurale il sindaco Luciano D’Alfonso e l’assessore Moreno Di Pietrantonio.

La rassegna allestita per l’estate 2007 conta 50 stand, qualcuno in meno rispetto allo scorso anno, allestiti da 40 espositori provenienti da tutta Italia - da Bolzano a Palermo - e, per la prima volta, un collezionista straniero arrivato dal Belgio. La novità di quest’anno, si diceva, è costituita dalla galleria d’arte contemporanea nella quale si possono ammirare importanti litografie dei nomi più grandi del settore: Salvador Dalì, Chagall, Picasso, Schifano ed Andy Warhol. Tra le vere «chicche» arrivate al Marina - passando dalla preziosa caffettiera dell’epoca vittoriana al cassettone francese scovato nella villa medicea de «Il Palagio» - la più singolare è un portasigarette donato nel 1937 dal principe del Giappone Chichibu, fratello dell’imperatore Hirohito a tale «miss D. E. Round» - recita l’iscrizione in inglese - «in apprezzamento di una sua esibizione». Realizzata in argento e smalti, la vezzosa scatoletta proviene dall’Inghilterra ed è stata scovata ad un’asta internazionale.

Vale 25mila euro, invece, l’arazzo risalente alla seconda metà del 1600: arriva dalle Fiandre, ritrae «Minerva ed Eolo» ed è stato interamente realizzato in seta in 4 anni di lavoro. Ma il cimelio di maggior valore giunto al Porto turistico è probabilmente la tovaglia da parata veneta della Scuola di Burano: lunga oltre tre metri, realizzata in pizzo di cotone con una lavorazione ad ago oggi ormai dimenticata, costa 38mila euro. Dal Belgio arriva la coppia di candelabri fiamminghi del 1780 reperita in un’antica cappella privata: Herman, unico espositore straniero, ha voluto portarla a «L’Antico nel Porto» in omaggio alla moglie, che è originaria di Pianella. La selezione del campionario d’arte è stata curata quest’anno dall’antiquario Domenico Onofri, dello Studio Valbruna di Cattolica. Esperto di aste e organizzatore di mostre-mercato, Onofri ha voluto affiancare al lavoro di ricerca dei pezzi in mostra anche una particolare attenzione nel ricreare in riva al porto il clima delle vecchie botteghe di una volta.