Urologia, nei dati dell'Asl Pompa non brilla

D'Amario sceglie il primario per attirare pazienti da fuori regione, ma Vasto fa meglio

PESCARA. «Pompa farà parte di una squadra capace di attirare mobilità attiva». Parole del manager della Asl pescarese D'Amario che al Centro aveva spiegato così l'imminente nomina del primario di Urologia, in attesa dell'ok della Regione per lasciare il reparto teatino. Ma se si parla di pazienti di fuori regione, dati riservati della Asl raccontano che sono altri, nella stessa azienda chietina, i medici da record.

LA SCHEDA I dati riservati sulla mobilità attiva

Limitandosi a fare cronaca, e senza per questo togliere nulla alla professionalità del dottor Paolo Pompa, unico a detta di D'Amario a non aver fatto pressioni politiche per ottenere il primariato pescarese e scelto su otto candidati con la valutazione di ottimo dalla commissione medica (composta tra gli altri dall'ex chirurgo dell'istituto San Raffaele di Milano Luigi Di Filippo da Pozzo con cui lo stesso Pompa ha lavorato durante la specalizzazione all'istituto milanese) il Centro è in grado di rendere pubblici i dati interni della Asl sulla mobilità attiva.

Dalla distinzione che la tabella riproduce, vale a dire quella tra pazienti provenienti da fuori Asl e quelli di fuori regione, è chiaro che sono questi ultimi a decretare l'eccellenza di un reparto laddove i numeri attestino la capacità, o meno, di attirare pazienti forestieri e di invertire al contempo i viaggi della speranza degli abruzzesi.

In questo senso il reparto di Pompa, che si aggiudica il primato della mobilità (51,8 per cento) solo sommando le provenienze da fuori Asl e da fuori regione, con i 30 pazienti (4,5 per cento) provenienti da altre regioni si piazza penultimo tra le Urologie della Asl di Chieti. Il reparto dell'ospedale teatino riesce a fare poco meglio solo dell'Urologia di Lanciano diretta dal dottor Carlo Manieri (19 pazienti extra regionali pari al 2,7 per cento), mentre viene battuto nello stesso Policlinico Santissima Annunziata dalla clinica urologica dell'università diretta dal professor Raffaele Tenaglia. La clinica urologica che solo lo scorso aprile ha portato a termine il primo intervento di conversione donna-uomo ha infatti l'11,37 per cento (106 pazienti) di mobilità attiva che, con i pazienti da fuori Asl arriva a toccare il 48,2 per cento grazie all'alta specializzazione degli studi condotti sull'oncologia urologica, la calcolosi, l'andrologia e l'urologia femminile.

Ma come si evince dalla tabella, il record degli arrivi esterni spetta all'Urologia dell'ospedale San Pio di Vasto, dal 2007 diretto dal professor Luigi Schips. Abruzzese di Mozzagrogna, Schips si è specializzato in Austria, a Graz, dove prima di approdare a Vasto è stato responsabile della Chirurgia laparoscopica e mini invasiva alla Clinica urologica. Un'esperienza che lo ha portato ad affinare la metodica che oggi richiama a Vasto il 23,56 per cento di pazienti provenienti da fuori regione, e non solo dal vicino Molise.

Merito del «single port», l'intervento con cui è possibile estrarre una parte di rene attraverso una singola incisione, senza ulteriori tagli e con un decorso operatorio molto più veloce. Metodica che ha portato Schips e l'ospedale vastese sulla copertina del «Journal of Endurology proiettandolo come centro di eccellenza di livello internazionale. (s.d.l.)

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