Va in pensione l’uomo dei matrimoni e dei divorzi

Nino Febbo lascia il Comune dopo 37 anni allo Stato civile «Ho sempre amato il mio lavoro, mai stato un fannullone»

MONTESILVANO. Certificati di nascita, matrimonio, morte, cittadinanza e tanto altro ancora. Sono migliaia le pratiche passate tra le mani di Nino Febbo, 67 anni di cui 37 anni trascorsi all’ufficio Stato civile dell’Anagrafe di Montesilvano, che si appresta ad andare in pensione a partire dal primo aprile. «Ma purtroppo non è un pesce d’aprile», ironizza Febbo confessando tutto il suo dispiacere per la fine della sua avventura tra le mura del Comune.

«Il mio lavoro non mi è mai pesato, l’ho sempre svolto con entusiasmo», spiega, «e sono pochissimi i giorni in cui non ho lavorato in questi lunghi anni. Una volta sono stato a casa per 15 giorni con una caviglia rotta e un’altra volta mi sono assentato una settimana per una forte influenza». Così Nino Febbo respinge al mittente le accuse di chi considera i dipendenti comunali assenteisti o fannulloni: «Non bisogna mai generalizzare. Forse ce n’è qualcuno, come può esserci in qualunque azienda, ma sicuramente non è il mio caso». A confermare la dedizione al lavoro di Febbo è anche il suo ultimo giorno di lavoro che coincide con la Pasqua: «Trascorrerò la domenica di festa nel mio ufficio perché il servizio per i certificati di morte funziona anche durante i giorni festivi».

Lo stakanovista dipendente, che ha iniziato la sua avventura con il sindaco Vittorio Agostinone, e ha visto alternarsi ben 11 amministrazioni comunali, confessa di aver lavorato sempre con entusiasmo indipendentemente dai diversi governi. «Quando un datore di lavoro ti paga, anche se è un ente pubblico, tu devi lavorare, per principio. Me lo ha insegnato mio padre», dice Febbo. «Quando un assessore o un sindaco mi hanno chiesto una pratica o un documento non ho mai detto di no a nessuno, bianco, rosso o nero, di qualunque colore politico fosse non ha avuto importanza. Anche con l’utenza sono stato sempre gentile. Io non ho mai detto non è di mia competenza, ho cercato sempre di aiutare, di dare indicazioni. Quando si può fare, si fa».

Il dipendente comunale, ripercorrendo i 37 anni trascorsi all’interno dell’ufficio dedicato allo Stato civile spiega quanto sia cambiata negli anni, oltre alla mole di lavoro, anche e soprattutto la tipologia di pratiche sbrigate. «Il lavoro è cambiato tantissimo, ad esempio prima si facevano due, massimo tre sentenze di divorzio all’anno, adesso è un continuo», rivela. «È aumentato tutto in realtà. Quando ho iniziato io, nel 1976, eravamo meno di 20 mila cittadini, adesso siamo quasi arrivati a 60 mila. Ci sono tantissimi stranieri, le richieste di cittadinanza sono aumentate e, ad esempio, le pratiche di cittadinanza per gli atleti stranieri che giocano a calcetto a Montesilvano le ho fatte tutte io», rivela con una punta di orgoglio. «E, ovviamente, sono aumentate anche le nascite e i decessi».

Quanto alla condizione di pensionato, non durerà a lungo anticipa Febbo che spiega di essere già alla ricerca di qualche lavoretto alternativo: «Quando sei abituato a lavorare non è facile smettere», spiega, «certo la bella vita piace a tutti ma ci vogliono i soldi per farla, come dicono i francesi “c’est l’argent qui fait la guerre” e cioè è il denaro a fare la guerra».

Antonella Luccitti

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