Valle del Giovenco, una lavatrice di soldi

17 Dicembre 2016

Dal 2005 al 2010, dai dilettanti alla Lega Pro con il denaro dei fondi neri della galassia Finmeccanica

AVEZZANO. Calcio, politica, Finmeccanica e affari sporchi. Se si utilizzano questi quattro parametri per fare una ricerca su Google salta fuori il nome della Valle del Giovenco, la squadra che tra Avezzano e Pescina regala cinque anni di illusioni prima del grande tonfo firmato da almeno tre Procure e culminato con gli arresti attorno alla galassia Finmeccanica. Il protagonista è Vincenzo Berardino Angeloni, 62 anni, dentista di Aielli ed ex deputato di An, Udeur e Forza Italia, già coinvolto (un anno e 4 mesi) per il fallimento dell’Avezzano calcio. L’ex parlamentare ci riprova e fra il 2004 e il 2005 fa il suo rientro in Marsica. Grazie alla fusione tra Aielli, Cerchio e Pescina nasce la Valle del Giovenco. Si comincia dal campionato di Eccellenza. Nel 2006-2007 il primo trionfo. In quattro anni la Valle del Giovenco scala le classifiche del calcio regionale e nazionale. Angeloni alza la posta e sulla carta nasce la Vdg Avezzano: la società decide di cambiare sede e colori sociali, dal gialloverde al biancoverde di Avezzano, nonostante il braccio di ferro con la Lega. Nel 2009 la Valle del Giovenco approda in Prima divisione. E qui fa la sua comparsa Sabatino Stornelli. Un manager di primo piano nella galassia Finmeccanica, originario di Paterno di Avezzano, ex amministratore della Telespazio e fondatore della società Selex. L’ingegnere è amico di Paolo Berlusconi, fratello di Silvio. I legami fra il calcio, la politica e Finmeccanica appaiono sempre più stretti. Girano tanti soldi. In una cena alla vigilia di Natale a 42 ospiti vengono donati altrettanti televisori al plasma. Solo nel 2009, stando a un calcolo fatto dalla Procura, vengono sborsati 8 milioni e 300mila euro. Soldi che per gli stessi magistrati sono i fondi neri Finmeccanica. I guai cominciano quando una lettera anonima arriva in Procura: si segnala una distrazione di fondi dalla Selex alla Valle del Giovenco. Nel 2010 Angeloni è travolto dalla prima inchiesta sul presunto malaffare nella ricostruzione post-terremoto all’Aquila legata ad Abruzzo Engineering. E’ il vaso di Pandora: da questa vicenda, non ancora chiusa, prendono piede altre indagini. Così nel 2013 c’è il secondo arresto per Angeloni disposto dall’Antimafia di Napoli. Viene travolto dall’inchiesta anche Sabatino Stornelli. E nel 2014 la terza e ultima inchiesta con una raffica di arresti. Nelle 300 pagine dell’ordinanza si fa riferimento a un episodio in particolare: 4 milioni di euro trasportati nei borsoni della Valle del Giovenco al settimo piano degli uffici Finmeccanica, in piazza Monte Grappa a Roma. Il corriere è Angeloni. Secondo le accuse sono soldi rastrellati dagli imprenditori Finmeccanica, che si aggiudicavano i subappalti per il Sistri (sistema per la tracciabilità dei rifiuti attraverso i satelliti). Tra gli arrestati anche Lorenzo Borgogni, ex direttore relazioni esterne di Finmeccanica. Stando alla Direzione antimafia i soldi venivano rastrellati grazie alle fatturazioni false o gonfiate e erano inviati in contanti, come emerge dalle dichiarazioni rese ai pm, all’ex presidente di Finmeccanica, Piefrancesco Guarguaglini, e a Borgogni. Vicende giudiziarie non ancora chiuse e nate dalle dichiarazioni rese ai pm da Sabatino Stornelli. Si scopre che le folli spese per la campagna acquisti della Valle del Giovenco sono servite a far girare soldi. La squadra delle illusioni altro non era che una lavatrice di denaro.