Veleni di Bussi, diossina come a Seveso

Spunta un documento del 2015, i valori a un passo dal fiume Pescara oltre 200 volte superiori ai limiti di legge. Il Forum H2O accusa: "Acqua risulta inquinata fino ad 80 metri nel sottosuolo"

BUSSI. Nella discarica Tre monti, la più pericolosa del sito dei veleni di Bussi e nelle aree limitrofe, ci sono altissimi valori di diossina. Emerge dal Piano della caratterizzazione della discarica abusiva di località Tre Monti facente parte del sito di interesse nazionale di Bussi sul Tirino, decreto del 17 dicembre 2015 dell'allora commissario del governo Adriano Goio, poi deceduto. Nei 56 campioni analizzati dall'Arta ci sono valori della sostanza cangerogena oltre 200 volte i limiti di legge e, secondo il Forum H2O che ha visionato il documento, la situazione "è drammatica: facendo la media dei livelli di diossina nei 154 mila metri cubi rifiuti interrati, si ha una quantità complessiva di diossina di oltre un chilo, quando ha limiti di 0,01 microgrammi a chilo di terreno. Siamo nell'ordine di grandezza di quanto accaduto nell'incidente di Seveso nel 1976", spiega Augusto De Sanctis.

All'Aquila si sta svolgendo il processo d'Appello per le vicende della megadiscarica Montedison, che coinvolge 19 imputati per avvelenamento e disastro ambientale. All'Aquila in Appello sono a processo 19 tra dirigenti e funzionari della Montedison che è ancora oggi proprietaria della Tremonti. La Corte si è riservata di decidere il 17 febbraio prossimo, giorno in cui è prevista la sentenza. La Corte si è riservata di decidere il 17 febbraio prossimo, giorno in cui è prevista la sentenza.

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Nella discarica Tre Monti sono stati rilevati oltre alla diossina altre 57 sostanze oltre i limiti di legge per i terreni, si legge nel documento di Goio. Le analisi sono state svolte nel 2013-2014. Il decreto è stato depositato dall'Avvocatura dello Stato, assistita dall'avvocato Cristina Gerardis, nelle memorie in Corte d'Assise d'Appello, come atto sopravvenuto successivamente alla sentenza di primo grado in Corte d'Assise a Chieti. I 19 nel dicembre 2014 sono stati assolti in primo grado dalla Corte d'Assise di Chieti dai reati di avvelenamento delle acque e disastro colposo, quest'ultimo per prescrizione.

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Le difese degli imputati hanno contestato duramente il documento e chiesto di non allegarlo agli atti del processo aquilano. "Come già emerso nel corso della caratterizzazione del sito, il corpo rifiuti commisto al terreno risulta pesantemente contaminato da composti organici clorurati (con valori in alcuni casi molto elevati per quanto riguarda l'Esacloroetano ed il Tetracloroetilene), idrocarburi policiclici aromatici, mercurio e piombo. Le nuove indagini condotte hanno inoltre messo in evidenza la presenza in quantità significative di diossine e furani (espresse come sommatoria Pcdd +Pcdf)", si legge nel documento.

"La diossina è anche fuori dalla Tre Monti, sul bordo del fiume. I problemi riguardano anche i terreni sotto al corpo dei rifiuti fino a 20 metri di profondità con 16 diversi contaminanti oltre i limiti di legge", spiega De Sanctis, "per esempio il tetracloroetilene è 1.088 oltre i limiti. Le acque di falda non stanno meglio con 26 sostanze tra tossiche e cangerogene oltre i limiti. La situazione per altro si va aggravando perchè i dati per le acque sono molto peggiorate rispetto alle analisi del 2007 quando esplose la vicenda Bussi con il sequestro dell'area da parte della magistratura di Pescara. Ad esempio si va dal 1,1 dicloroetilene che nel 2007 era 29.800 volte i limiti ad oggi che nel documento governativo è 140 mila voltre oltre. Il cangerogeno cloruro di vinile passa da 136 volte a 2.080. L'acqua risulta inquinata fino ad 80 metri nel sottosuolo. I dati sono incontrovertibili e definiscono una situazione intollerabile che ha ancora oggi conseguenze per l'intera vallata come dimostrano i pesci al mercurio", chiude il Forum, "e quindi ora basta: a dieci anni dalla scoperta della megadiscarica non si è fatto ancora nulla, nuove analisi non servono a niente, sarebbe un accanimento per ritardare l'unica cosa da fare: la bonifica".