Via Pepe, case popolari di lusso per le famiglie del ceto medio

Il Comune sblocca il progetto da 1,4 milioni, fermo da anni, per costruire 12 alloggi a canone ridotto L’edificio sarà pronto tra un anno e mezzo, nel frattempo potrà partire la corsa alle domande

PESCARA. Un edificio di lusso, con tanto di impianti solari e fotovoltaici per produrre acqua calda a costo zero. Il fabbricato che verrà realizzato in via Pepe, angolo via D’Avalos, non sembrerà di certo una palazzina del Comune. Si tratta comunque di alloggi pubblici, non proprio case popolari, che l’amministrazione comunale assegnerà a quelle famiglie, con redditi medio-bassi. Famiglie che non rientrano nei limiti per ottenere abitazioni di edilizia residenziale pubblica, ma che non ce la fanno a pagare affitti di appartamenti privati. Il termine tecnico è canone concordato, cioè canone ridotto rispetto ai valori di mercato.

L’ente ha già sperimentato, con successo, questo tipo di affitti. Esistono, infatti, alloggi a canone concordato in strada Cavallaro. Ora, ne arriveranno altri. Stiamo parlando di un vecchio progetto rimasto impolverato negli uffici per sette anni. Dal 2008 a oggi, nonostante ci fossero i soldi stanziati, nessuno ha fatto nulla per far partire i lavori. Ieri, l’assessore alle politiche della casa Adelchi Sulpizio ha finalmente annunciato l’avvio di una gara d’appalto per la scelta della ditta che dovrà fare i lavori. La spesa prevista a carico del Comune è di 1.465.000 euro, soldi messi insieme dalla vendita di alloggi popolari. Lunedì prossimo, scadrà il termine per la presentazione delle offerte nell’ambito della gara che sarà esperita il 26 aprile e il successivo 5 maggio ci sarà l’apertura delle buste. Il progetto esecutivo, elaborato dall’architetto Alessandro Martella, è stato approvato lo scorso 22 dicembre. Gli alloggi, pronti tra un anno e mezzo, saranno destinati ad anziani, single e famiglie di ceto medio, cioè cittadini con redditi annui da 15.900 euro (limite massimo per ottenere una casa popolare) a 25mila euro. Ossia famiglie che hanno subìto un impoverimento con la crisi. Le assegnazioni avverranno tramite graduatoria, che verrà stilata con un apposito bando. Gli appartamenti saranno in tutto 12 con dimensioni da 55 a 90 metri quadrati. «Gli affitti andranno da 380 a 400 euro al mese», ha precisato la responsabile del servizio Politiche della casa Alessandra Di Zio, «e il Comune avrà un’entrata di circa 40mila euro annui».

L’edificio verrà costruito su un lotto di terreno di 1.193 metri quadrati, messo a disposizione dall’ Ater, mentre il Comune metterà a disposizione le risorse economiche. Per costruirlo verrà demolito un piccolo fabbricato utilizzato in passato dai Pescara rangers. Per questo si è deciso di chiamare il nuovo palazzo «1936», cioè l’anno di nascita del Pescara calcio. Il fabbricato verrà realizzato con molta cura e con grande attenzione al risparmio energetico. Avrà una centrale idrico sanitaria con addolcitore d’acqua, una centrale termica e impianti solari e fotovoltaici.

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