Via Regina Margherita «I pini pericolosi si possono salvare»

La direttrice dell’orto botanico di Penne, Caterina Artese contraddice l’agronomo del Comune sul taglio degli alberi

PESCARA. «I pini pericolosi in viale Regina Margherita si possono salvare». A sostenerlo è Caterina Artese, dottoressa forestale, nonché direttrice dell’orto botanico di Penne e del giardino mediterraneo di San Salvo. Lei, sollecitata dagli ambientalisti, si è recata martedì scorso in viale Regina Margherita per verificare lo stato delle 19 piante indicate dall’agronomo incaricato dal Comune come pericolose e quindi da abbattere. Sei ne sono state già tagliate, per le altre è arrivata l’ordinanza della Soprintendenza alle belle arti che ha sospeso i lavori fino alle necessarie verifiche della legittimità delle operazioni.

Mercoledì scorso, Giuseppe Farina responsabile dell’Ordine degli agronomi aveva sostenuto che è necessario abbattere gli alberi pericolosi. Ma ieri la Artese ha, di fatto, ribaltato questa teoria. «Quelli di viale Regina Margherita», ha affermato, «sono alberi di 50-60 anni. Per loro la manutenzione è stata abbastanza scarsa, ci sono stati dei tagli cesorei che hanno portato effetti negativi. Questi alberi hanno dei problemi che andrebbero affrontati».

«Il tecnico», ha aggiunto, «ha adottato un certo metodo, che è la somma di alcuni parametri, per valutare il rischio. Bisognerebbe intervenire per eliminare qualche parametro che rende problematica la vita della pianta, in questo modo i pini si possono salvare».

Dello stesso avviso anche le associazioni ambientaliste. Il Wwf ha definito «insopportabile», il taglio degli alberi lungo viale Regina Margherita, conosciuta dai pescaresi anche come viale dei Pini. «Il patrimonio arboreo», ha fatto presente l’associazione, «va gestito e non distrutto. Il Comune, anziché ricorrere alle vie giudiziarie contro la Soprintendenza, approfitti della sospensione dei lavori per consultare cittadini e associazioni e per le opportune verifiche». «Riteniamo che sia possibile, con un supplemento di analisi», ha continuato il Wwf, «individuare soluzioni alternative alla soppressione delle piante. In molti casi sarebbe stato possibile effettuare delle operazioni colturali a vantaggio della capacità di adattamento della pianta, o rimuovere i problemi antropici». A detta del Forum abruzzese dei movimenti per l’acqua, «gli alberi che il Comune ha deciso di abbattere non presentano alcun pericolo imminente di caduta. Bisognerebbe approfondire con metodi strumentali, come l’analisi laser o un resistrografo». Per questo, il Forum chiede l’istituzione di una commissione tecnica partecipata.

©RIPRODUZIONE RISERVATA