Violenza sessuale su una tredicenne Posteggiatore nei guai a Pescara 

Mimmo D’Amuri arrestato dalla squadra Mobile. Deve scontare 5 anni per la vicenda che risale al 2004

PESCARA. A dare l’allarme era stata una barista di Porta Nuova, insospettita e turbata dall’atteggiamento troppo affettuoso e invadente di un uomo di 45 anni nei confronti di una ragazzina di 13 anni. Comincia da qui la vicenda giudiziaria che si è conclusa due giorni fa con l’arresto, per violenza sessuale continuata, di Cosimo D’Amuri, detto Mimmo, parcheggiatore abusivo originario di Francavilla Fontana (nel Brindisino) oggi 54enne, che per quella vicenda del 2004 deve scontare una pena di cinque anni, un mese e 25 giorni di reclusione.

A notificargli l’ordine di carcerazione emesso la scorsa settimana dalla Procura di Pescara sono stati gli uomini della squadra Mobile di Pierfrancesco Muriana, gli stessi che nove anni fa, in collaborazione con la Volante dell’allora dirigente Alfredo D’Agostino, seguirono il caso.

Una brutta storia che dopo la segnalazione della barista a un poliziotto di quartiere, fu ricostruita e verificata dagli investigatori. Riscontri, sul racconto della ragazzina e su alcune testimonianze, che nel 2008 portarono il pm Barbara Del Bono a chiedere otto anni di reclusione per D’Amuri, condannato poi in primo grado a sei anni, scesi a cinque dopo l’Appello.

Decisivo il racconto della ragazzina la quale riferì di aver conosciuto «Mimmo» mentre tornava a casa. L’uomo, secondo quanto riferito dall’allora tredicenne, la fermò e si presentò chiedendole di uscire insieme. La ragazzina rispose di no, e lui replicò di fargli sapere quando avesse cambiato idea. Di lì a qualche giorno, è settembre 2004, la ragazzina si imbatte nuovamente, dalle parti di casa sua, nel posteggiatore che insiste chiedendole di fare una passeggiata insieme. Lei ribadisce il suo no, ma lui questa volta insiste e alla fine la tredicenne accetta.

È a questo punto, che secondo le prime dichiarazioni fornite all’epoca dalla minore e poi riscontrate dagli investigatori, che si materializza la violenza. La passeggiata, nella zona di Porta Nuova, si allunga fino alla zona dell’ospedale, raggiunta dai due in autobus. Qui, davanti al vecchio ospedale, c’è un camper bianco in uso proprio a D’Amuri il quale ci fa salire la ragazzina e una volta dentro la spoglia e inizia a toccarla nelle parti intime. Un atteggiamento che coglie di sprovvista e turba non poco la ragazzina. Una scena che si ripete la domenica successiva quando la minore viene nuovamente fermata per strada da D’Amuri. Di nuovo un invito, di nuovo un diniego e l’insistenza di lui che questa volta non le propone «la passeggiata», ma «il cinema». La ragazzina accetta anche questa volta, e anche questa volta si ritrova su quel maledetto camper bianco davanti al vecchio ospedale dove lui torna a spogliarla, a toccarla, a palpeggiarla e a strusciarsi su di lei.

A quel punto la ragazzina di ribella, urla, si riveste, dicendo di non voler essere toccata. La violenza sessuale non si consuma in senso stretto, ma quei palpeggiamenti su una minore di 14 anni costano a D’Amuri l’accusa di violenza sessuale. Grazie alla barista che in quei giorni, senza saper nulla, aveva notato quell’uomo con quella ragazzina. E nel dubbio, l’aveva segnalato alla polizia.

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