PESCARA

«Visite illegali all’ospedale». Denuncia contro i medici 

La vicenda emersa in commissione dopo la relazione del garante dei cittadini anziani. Sabatini (M5S): documento inviato al presidente D’Alfonso, a Paolucci e al manager Asl

PESCARA . Visite mediche a pagamento immediato all’ospedale Spirito Santo di Pescara. E non si tratterebbe semplicemente di quelle, legittime, in regime di intra moenia. A far nascere il dubbio dell’illegalità, e forse addirittura dei pagamenti in nero è una relazione dell’ufficio del Promotore dei diritti dei cittadini anziani, Loretta Tobia, inviata al presidente della Regione, Luciano D’Alfonso, all’assessore alla sanità, Silvio Paolucci, al manager della Asl, Armando Mancini, e portata all’attenzione della commissione sport e sanità del Comune di Pescara.
Una notizia, se confermata, che getterebbe ombre pesantissime su una struttura che presenta sì delle criticità, ma all’interno della quale ogni giorno lavorano centinaia di persone che cercano di dare sempre il meglio di sé, anche in condizioni non ottimali. A rendere nota la circostanza, ieri mattina, è stata la consigliera comunale del Movimento 5 Stelle, Enrica Sabatini, nel corso di una conferenza stampa convocata con il consigliere regionale del M5S Domenico Pettinari per fare il punto sulla sanità pescarese.

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«La realtà che ci ha raccontato il garante», ha detto Sabatini, «nominato dalla stessa maggioranza, ci presenta una situazione critica nel reparto di geriatria, e non solo: il sistema di climatizzazione è difettoso, il numero di accessi è costantemente superiore al numero di posti letto autorizzati. Gli operatori sono troppo pochi, e nonostante i numerosi sforzi non riescono a far fronte a una carenza di personale così palese». Queste informazioni sono scaturite da un’audizione della dottoressa Tobia, dirigente regionale in pensione ed esperta in materie sociali e sanitarie, che il Consiglio comunale di Pescara durante nella seduta del 22 dicembre scorso, ha nominato Promotore dei diritti dei cittadini anziani, a seguito di un avviso pubblico. Lo scopo dell’istituzione della figura del mediatore era rispondere alle istanze di una fascia ampia della popolazione, pari al 30% dell’intera comunità cittadina.
«Sempre nel corso dell’audizione in commissione», ha aggiunto Sabatini, «il garante ha posto l’accento sulla necessità di vigilare affinché i medici non considerino la sede ambulatoriale pubblica come sede privata, in orario di ordinario servizio, con visita a pagamento immediato, dal momento che oltre a non essere assolutamente consentito dalla legge, va a danno delle persone che hanno pagato il ticket e dello scorrimento delle liste di attesa». Fin qui la denuncia dei Cinque stelle. «Nel rispetto dei diritti dei cittadini in condizioni particolarmente fragili, come lo sono gli anziani», si legge invece nella relazione della dottoressa Tobia, «si sollecita di assumere misure anticorruzione al fine di vincolare i medici, e altri operatori, a non considerare la sede ambulatoriale pubblica come sede privata, in orario di servizio, con visita a pagamento immediato. Si raccomanda di attenzionare il dirigente della Asl responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza, di provvedere a ripetere disposizioni generali in tal senso, di cui si chiede copia, appena formulate, e a porre in atto debiti controlli».
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