Volontari, il tempo della protesta

Dal primo maggio non saranno più garantiti molti servizi

PESCARA. Dal primo maggio, se la Regione non rivedrà l'annunciata politica dei tagli alle convenzioni, mille volontari entreranno in stato d'agitazione. Le conseguenze sull'intero territorio provinciale potranno essere pesantissime.

Non saranno più garantiti il trasporto dei dializzati e dei malati oncologici, oltre ai servizi emergenza e dimissioni protette. I volontari e i professionisti di un gruppo di associazioni dalle sigle ben note lotteranno per impedire un ridimensionamento di circa il 40 per cento del tariffario applicato nel 2010 che, peraltro, nell'ultimo decennio non ha beneficiato di alcun adeguamento ed era inadeguato.

Sul piede di guerra ci sono le Misericordie di Pescara, Scafa, Alanno, Moscufo-Collecorvino, la Croce angolana, Arbusti, Bussi soccorso, Croce Gialla, Croce Bianca e Croce Abruzzo. La Croce rossa, perlomeno per il momento, non si è schierata al fianco delle altre associazioni.

L'agitazione coinvolge più o meno mille volontari oltre a una quarantina di lavoratori contrattualizzati. Per questi ultimi, gli stipendi sono già a forte rischio. Le associazioni, che movimentano 75 mezzi, hanno cercato in più modi e in diverse occasioni di evidenziare l'insostenibilità delle nuove tariffe proposte dalla Regione attraverso la Asl. Di fronte hanno trovato un muro alto e spesso. Il decreto, secondo i pescaresi, è stato elaborato tenendo conto solo della realtà teramana, provincia di riferimento del governatore Gianni Chiodi.

I volontari si sentono traditi anche perché, con il loro impegno e la loro presenza, negli ultimi venti anni sono riusciti a far risparmiare tantissimi soldi alla Asl e, di conseguenza, alla Regione. Viene da sè che un servizio come quello che generalmente viene chiamato di ambulanza, caratterizzato dalla copertura 24 ore al giorno, costringerebbe la Asl ad ampliare il numero dei dipendenti. Peraltro, a carico delle associazioni convenzionate ci sono anche i costi, tutt'altro che leggeri, dell'ammodernamento dei mezzi. Un'ambulanza, tanto per fare un esempio, va cambiata ogni tre anni perché subisce un declassamento. L'investimento oscilla dai 60mila ai 120mila euro. Tra i tanti oneri che le associazioni devono sopportare, non va dimenticato l'aggiornamento annuale del personale.

Il ridimensionamento del servizio di emergenza territoriale non è una bella notizia. A maggior ragione se si pensa che negli ultimi fine settimana la gente ha ripreso a frequentare la spiaggia e a fare i primi bagni al mare. Insomma, si rischia di sguarnire il territorio proprio nel momento in cui bisognerebbe cominciare a controllarlo di più. E, a proposito di controllo, va ricordato che l'esercito dei volontari assolve anche la funzione di protezione civile. È ancora vivo il ricordo dell'impegno profuso dopo il tragico terremoto aquilano.

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