Voragini e black-out Si allaga l’ospedale  

Sommozzatori nel parcheggio interrato e in quello di via Ferrari  Centinaia di veicoli danneggiati. Ai Colli auto trascinate da acqua e fango

PESCARA. La grandine, poi il nubifragio con gli allagamenti e un fiume di acqua e fango lungo le strade della città. È accaduto di tutto, ieri mattina, dalle 12.30 in poi, con una lunga serie di problemi in successione, con un bilancio pesante che comprende, tra l’altro, venti persone ferite dalla grandine (che ha creato danni enormi alle strutture e ai veicoli) e medicate in ospedale, due parcheggi allagati dove sono intervenuti i sommozzatori del nucleo subacquei dei carabinieri e vigili del fuoco e tante strade impraticabili, oltre a case, negozi e garage allagati. Ma il Coc (Centro operativo comunale) è stato attivato solo alle 14, con la comunicazione dei numeri per segnalare le emergenze, presi d’assalto per tutta la giornata così come i centralini dei vigili del fuoco che hanno ricevuto circa 320 richieste di intervento e vigili urbani.
Delle venti persone rimaste ferite dalla grandine e medicate al pronto soccorso, con punti di sutura alla testa e al viso, una è stata ricoverata. Tra loro c’era anche una donna incinta, rimasta ferita al labbro. La prognosi, per tutti, va da 4 a 12 giorni, e la ricoverata è una 17enne di Pescara, che sarà curata nel reparto in Oculistica per traumi all’occhio e una ferita nella zona sopraccigliare (la prognosi è di 15 giorni).
Centinaia le automobili danneggiate, con i vetri spaccati, perforati dalla potenza dei chicchi enormi di grandine, delle dimensioni di una pesca. Case, garage, negozi, scantinati allagati e chiusi, con l’emergenza scoppiata anche in pieno centro, una zona generalmente immune da questi problemi. Quattrocento le utenze rimaste senza energia elettrica, nella zona di Pescara nord e della stazione, dalle 17, dove l’acquazzone ha mandato in tilt tre cabine dell’Enel, ripristinate dai vigili del fuoco e con l’intervento dell’Enel.
Panico in via Di Sotto: vetture senza controllo, trascinate dal fiume di fango sceso vertiginosamente a valle. A bordo, persone paralizzate dalla paura. E poi, nel bilancio di una giornata assurda, una ventina di auto affogate nella melma putrida del parcheggio interrato dell’ospedale. Lì sono intervenuti i sub, alla ricerca di eventuali persone rimaste lì sotto, ma per fortuna non è stato trovato nessuno. E nel pomeriggio l’allarme allagamento è scattato anche al Park Ferrari in via Ferrari dove era stata notata un’auto con i fari accesi e le ricerche dei sommozzatori sono andate avanti fino a notte.
L’acqua ha invaso anche i sotterranei dell’ospedale dove si trovano le cucine, la farmacia, i depositi della biancheria e anche se la mensa è stata ripulita nel pomeriggio, a sera sono stati serviti ai pazienti pasti freddi. Gli allagamenti in ospedale sono stati risolti con le idrovore della Croce Rossa di Roseto, mentre il comitato Croce Rossa di Spoltore ha messo a disposizione del 118 di Pescara tre mezzi con il personale per assicurare continuità al soccorso sanitario. Le ambulanze del 118 hanno avuto non poche difficoltà a circolare nel traffico paralizzato, ma dalla Asl assicurano che «tutte le emergenze sono state portate a termine». Bloccate le sale operatorie, intorno alle 14, ma sono state «riattivate in pochi minuti» assicura la Asl, dopo i controlli agli ascensori e ai locali, e «le emergenze chirurgiche sono state tutte assicurate». Da Penne, il sindaco, Mario Semproni, ha comunicato a Masci la disponibilità all’utilizzo dei reparti vuoti del San Massimo per fronteggiare l’emergenza.
Al porto canale, poi, è affondata una piccola imbarcazione e pezzi di asfalto sono saltati sulle strade a causa della potenza dell’acqua. Problemi anche per gli aerei: quello in partenza per Bruxelles, ha registrato un ritardo di due ore, quello in arrivo da Dusseldorf è atterrato ad Ancona.
Inevitabili le polemiche. Il consigliere comunale Piero Giampietro, rimasto «bloccato in via Monte Faito, del tutto impraticabile», ha notato «una donna caduta in acqua e cassonetti trascinati nel fango dalle Gescal». «Questa è una città che da decenni cerca soluzioni tampone agli impianti fognari che non funzionano, fortuna che non ha esondato il fiume», ha sottolineato Leo Sfamurri, de Il Chiodo fisso, al centro storico, costretto a «buttare via migliaia di euro di alimenti, resi inutilizzabili da un blackout elettrico». Dal Bar stadio, allagato, di via Marconi, è stata chiesta «la chiusura della strada».
Una giornata da incubo per i tanti cittadini, automobilisti e commercianti rimasti bloccati in strada, negli uffici, nei negozi, nei centri commerciali. E qualcuno si è lamentato perché le richieste di intervento sono rimaste inascoltate, come quella di Rosaria Tremontini, di via del Circuito, che dice: «Abbiamo chiamato tutti, per ore. Non è arrivato nessuno, e ci sono 4 metri di fango».
L’inferno creato dal maltempo, che ha messo una intera città in ginocchio, e tra i casi disperato Tantissimi disagi per i cittadini: Rosanna Ventilii e Franca Naccarella, entrambe alloggiate, con disabili in casa, al civico 33 di via Caduti per Servizio, a Fontanelle, si sono ritrovate con «tetto, solaio, pareti, e stanze allagati». Marcello Di Enzo, papà di due bimbi, è rimasto «prigioniero» in casa, a largo Baiocchi.