Amore e rugby, due scozzesi da serie A 

La storia di Jack Anderson apertura dell’Unione L’Aquila e la fidanzata Kelshey Swift ala delle Belve Neroverdi 

L’AQUILA. Una coppia scozzese da serie A per i colori neroverdi.
L'Unione Rugby L'Aquila e le Belve neroverdi, formazioni aquilane militanti nel campionato di serie A maschile e femminile, sono accumunate questa stagione dal tesseramento di due fidanzati provenienti dalla nazione del cardo.
L’arrivo nell’Unione dell'apertura 23enne Jack Anderson, che nonostante la giovane età, può vantare esperienze internazionale acquisite in Nuova Zelanda (2013), in Irlanda (2015), nella Scottish national 2 (2016) e nel campionato svedese con i Stockholm Exiles, ha infatti favorito l’approdo alle Belve neroverdi allenate da Mario Di Giovanni della compagna Kelshey Swift, ala che domenica scorsa ha esordito in campionato nel successo 5-53 sul campo delle Puma Bisenzio.
Come siete approdati all'Aquila?
«È stata una delle opzioni che avevamo a disposizione», dicono Anderson e Swift. «Conoscevamo poco della città e della sua tradizione di rugby, ma eravamo entusiasti di arrivare qui e confrontarci in questa doppia esperienza».
Che impressione avete avuto delle due squadre di rugby e come vi siete ambientati in Italia?
«Compagni, mister e dirigenti ci hanno fatto sin da subito sentire a nostro agio. Certo, in questo momento le cose non sono facili, perché nessuno dei due conosce bene l'italiano. Ad esempio», precisa Kelshey, «sto cercando lavoro e, in questa fase, accetterei qualsiasi proposta ma quale pub o negozio prenderebbe una ragazza che non parla la lingua locale?
«Anche per me», conferma Anderson che ha esordito il 28 ottobre allo stadio Fattori nel match perso dagli aquilani 20-35 contro l’Amatori Alghero ma ha conquistato il titolo di man of the match, premiato dal Museo Rugby Club Vecchio Cuore Nero Verde, con il boccale da birra consegnato dall’ex giocatore Gabriele Palmerini, «le cose non sono facili: agli allenamenti bisogna capire le indicazioni tecniche e spesso ci metto un po' per interpretarle».
Quale impressione avete avuto della città?
«Abbiamo fatto un giro e abbiamo visto i segni del terremoto. Io», risponde Jack Anderson, «insieme alla famiglia, mi sono trasferito a Wellington (Nuova Zelanda) e so bene quanto un sisma possa essere devastante. È bello, comunque, vedere questa comunità attiva, anche nelle poche sere che abbiamo avuto occasione di andare in centro per bere una birra».
Che impressione avete avuto dal campionato di serie A italiano?
«Sono entrambi, quello maschile e quello femminile, campionati stimolanti, anche se è presto per valutare il livello di entrambe le competizioni».
Quali sono gli obiettivi personali e quelli che la squadra può raggiungere?
«Cercherò di dare il massimo», conclude Anderson che in due partite giocate ha realizzato 20 punti (4 trasformazioni e 4 calci piazzati), «e sono convinto che la squadra farà lo stesso per arrivare sino in fondo».
Come passate il tempo libero?
«Non facciamo moltissimo», afferma la coppia. «Si sta bene a casa a guardare la tv o giocare alla Play Station. Io», sostiene Anderson, «sto pensando di iscrivermi a un corso di fisioterapia online, proseguendo il mio indirizzo di studi. Kelshey proverà a trovare lavoro».
Sabato a Roma si giocherà il Cattolica Test Match dell’Italrugby contro la Nuova Zelanda (diretta su Dmax, canale 52 del digitale terrestre). Sulle gradinate dell’Olimpico, sarà presente anche una rappresentanza del Museo Rugby club L’Aquila Vecchio cuore neroverde che ha organizzato due pullman che partiranno alle ore 12 dalla sede di Centi Colella.
Seguirete l’incontro?
«La vedremo sicuramente, ora non sono sicuro se andremo a Roma», affermano, «insieme ad alcuni amici o resteremo qui e guarderemo la partita in televisione. Sono convinto che sarà un match interessante, specialmente se si pensa a quanto bene abbia giocato l'Italia contro l'Australia».
Tommaso Cantalini
Fabio Iuliano
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