finale a trapani

Camplone: il Pescara stia attento ai calci da fermo

L’ex tecnico del Bari: «I biancazzurri sono più forti, meritano di mettere la ciliegina su una stagione strepitosa»

PESCARA. Poteva essere la sua finale, la possibilità di giocarsi fino in fondo la promozione con il Pescara probabilmente se l'è vista scippare proprio dal Trapani all'ultima giornata. Quella vittoria per il Bari valeva il quarto posto alle spalle dei biancazzurri, un rigore di troppo ha invece spianato la strada ai siciliani. Oggi Andrea Camplone, pescarese ed ex biancazzurro che conquistò due volte la serie A con Galeone, segue il gran finale con un pizzico di rimpianto ma anche con una certezza: il Pescara ha tutto quel che serve per centrare l'obiettivo a conclusione di una stagione fantastica: «E sì», dice, «la squadra di Massimo Oddo ha disputato un campionato strepitoso. Ho avuto modo di seguirla per tutto il girone di andata, prima di andare a Bari; ho apprezzato già allora la qualità del gruppo, la scelta di giocare un calcio propositivo, la possibilità di comunque fare la differenza grazie ad alcune individualità di spicco. Col tempo la squadra è notevolmente migliorata, certo non è un caso se ha superato senza danni anche quel periodo in cui ha accusato una flessione determinata soprattutto da risultati che non arrivavano piuttosto che da crisi di gioco. Il Pescara in sostanza ha meritato di arrivare fino in fondo e oggi, per quel che ho visto nella finale di andata all'Adriatico, è una squadra quasi perfetta. Prezioso il recupero di Campagnaro che garantisce a un gruppo già forte una maggiore sicurezza grazie alla sua personalità e alla sua esperienza; il centrocampo è uno spettacolo con Benali che gioca ovunque, Torreira che recupera un'infinità di palloni, Verre, il mio pupillo, che assicura qualità e quantità. In più lì davanti, assieme a Caprari, che al talento ha aggiunto concretezza, un vero fenomeno, ovvero Lapadula, numero uno assoluto del campionato. Nessun attaccante è stato più determinante di lui, ha segnato una valanga di gol, uno più bello dell'altro, ha fatto spesso la differenza, si può ripetere pure in Sicilia…».

Il Trapani invece?

«E' arrivato a sorpresa a giocarsi la A, più concreto che brillante ma guai a sottovalutarlo, nonostante la gara di andata abbia cancellato il vantaggio derivante dalla migliore classifica. Cosmi ha trovato solidità puntando su difesa e ripartenze, non credo che nella gara di ritorno, almeno nella fase iniziale, cambierà atteggiamento e assetto tattico. Probabilmente presenterà una formazione ancor più aggressiva e soprattutto capace di spingere di più sulle corsie esterne, come del resto ha sempre fatto nelle gare casalinghe. Occhio ovviamente alla palle inattive. In mezzo all'area sono particolarmente cattivi e possono diventare micidiali se non metti la massima attenzione. L'importante, in ogni caso, per il Pescara è non pensare ai due gol di vantaggio e giocare senza snaturarsi nella consapevolezza che, comunque, con questo atteggiamento, il gol prima o poi lo puoi fare. L'ambiente ostile? Non conta nulla, in campo sono sempre testa e gambe dei giocatori a fare la differenza. E mi sembra che sotto questo aspetto la squadra costruita da Oddo sia in grado di dare le più ampie garanzie. Il segreto? Soprattutto la scelta di puntare su un gruppo giovane e di qualità. Questo Pescara corre tanto, ha entusiasmo, sa essere spregiudicato quando serve. Le squadre giuste si fanno così, come dimostrano il Sassuolo e, ad alto livello, pure la Juve. E certo se ci fosse lo stesso coraggio anche in piazze più importanti sicuramente in Italia vedremmo un calcio migliore».

Per concludere? «Il Pescara è più forte, lo ha dimostrato all'andata, d'obbligo credere che a Trapani possa scapparci il bis…».

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