tifosi in delirio 

Dal portoghese sprazzi di classe e pericolo costante per i gialloblù

VERONA. Gli occhi del mondo calcistico erano tutti su di lui, CR7, il giocatore più forte del mondo. E l'attesa era di capire se Cristiano Ronaldo avrebbe costituito un'ulteriore salto di qualità per...

VERONA. Gli occhi del mondo calcistico erano tutti su di lui, CR7, il giocatore più forte del mondo. E l'attesa era di capire se Cristiano Ronaldo avrebbe costituito un'ulteriore salto di qualità per la società bianconera fin da subito, segnando da subito a una vittima designata. Almeno così attendevano non solo i tifosi della Vecchia Signora, ma gli inviati che hanno seguito Chievo-Juve, anche da testate spagnole e portoghesi. Così non è stato, ma non per colpa dell'attaccante: meccanismi ancora da oliare, lentezza del gioco, scarsa vena di Paulo Dybala, il partner designato. Però Cristiano ha tirato 8 volte nello specchio della porta e costituito per i veronesi un pericolo costante. Al Bentegodi migliaia di tifosi di ogni età a tributargli un’ovazione all'ingresso per il riscaldamento. CR7 è entrato per ultimo e dagli spalti è partito l'urlo. Eccitazione alle stelle poi quando con una magia ha messo in rete alle spalle di Pinsoglio.
«Scusa amore, sarò all'altare ma alla prova di CR7 non potevo mancare», aveva scritto un tifoso. Ronaldo è stato in campo per tutti i 90'. Non sono mancati gli incitamenti e i rimproveri ai compagni che non lo servivano (Cuadrado), o che non si facevano trovare per uno scambio (Cancelo). Non sono mancate nemmeno le “sportellate” con i difensori del Chievo, e una carica di Sorrentino che ha mandato il portiere in barella, e fatto annullare il gol vittoria, giunto comunque poco più tardi. Cattivo e disciplinato dunque, ancora forse poco in sintonia, soprattutto con Dybala. Alla fine Allegri lo applaude: «Mi ha colpito la semplicità con la quale si è calato nella Juve. Sorrentino gli ha tolto la gioia del gol ma lui era felice per la vittoria». È giunto anche il saluto di Pelè, che via Instagram gli ha augurato buona fortuna. «Se le cose fossero andate diversamente, anche io avrei giocato per la Vecchia Signora», ha poi rivelato Pelè. «In una cena nel 1961, il proprietario della Fiat offrì al presidente del Santos un milione di dollari».