Di Battista doppio ex: sfida salvezza da tripla

Vive a Lanciano, ma ha conquistato la serie B nel 1990 in maglia granata «L’Arechi sarà una bolgia, ma sono certo che i rossoneri non partiranno battuti»

LANCIANO. Domani sarà all’Arechi, in tribuna. Franco Giacinto Di Battista, 56 anni, sarà il grande ex di Salernitana-Virtus Lanciano. Probabilmente riconosciuto e applaudito dai tifosi granata, nonostante siano passati tanti anni da quando l’ex difensore ha vestito la maglia della Salernitana. Oggi è responsabile dell’area tecnica del settore giovanile della Virtus, a Lanciano è conosciuto anche per l’attività commerciale in centro. In rossonero ha iniziato a muovere i primi passi da calciatore: dal 1977 al 1990, 63 presenze e 1 gol. A Salerno, invece, ha giocato dal 1987 al 1990, 90 presenze e 4 gol. «Sono l’ultimo calciatore granata ad aver fatto gol al Vestuti. 2-2 in casa contro la Casertana, segnammo io e il compianto Agostino Di Bartolomei. Era la stagione 1989-90», ricorda orgoglioso, «quella della promozione in serie B».

Di Battista, sono passati 26 anni eppure il suo nome a Salerno suscita ancora oggi bei ricordi.

«Ho avuto un rapporto splendido con la città e con i tifosi. Ogni volta che torno da quelle parti mi fanno festa, mi mettono in imbarazzo per l’accoglienza che mi riservano. Sembra ieri l’anno della promozione in B».

Di Battista terzino destro.

«Ero un marcatore in primisi, ma mi piaceva anche spingere sulla fascia. Correvo tanto. E comunque era un piacere attaccare lo spazio, perché c’era Agostino Di Bartolomei che ti metteva la palla sul piede e ti faceva fare bella figura. Che grande “Ago”».

Pochi gol, ma belli.

«Ne ricordo uno nella stagione 1988-89, a Pesaro. Una legnata da 35 metri, bellissimo. Mi girai quasi incredulo di quello che avevo fatto. Certi gol te li sogni la notte, ma poi capita anche di farli».

La Salernitana di oggi?

«Lì c’è Gigi Genovese, mio “fratello”. E’ il preparatore dei portieri, abbiamo giocato quattro anni insieme al Campania Puteolana».

Che partita sarà?

«Difficile. La Salernitana si è ringalluzzita. Ha preso fiato e coraggio con il colpo di lunedì sera a Cesena. Ci crede più di prima. E per 90’ l’Arechi sarà una bolgia. La gente di Salerno è calda e passionale, per la durata della partita ti incita. Poi, magari ti fischia e ti contesta, ma per 90’ ti spinge oltre ogni limite».

E Di Battista era un idolo.

«Sì, perché io avvertivo la responsabilità di non poter deludere quella gente. Davo l’anima in campo».

Il suo erede?

«Penso Grimaudo negli anno Novanta, oggi non vedo gente che mi somigli».

E la Virtus?

«Mi ispira fiducia. Non parte battuta alla luce di quanto ha fatto vedere nelle ultime settimane. Ci sarà da soffrire, questo è poco ma sicuro, ma vedo ci sono i mezzi per potersela giocare alla pari anche a Salerno».

E l’ambiente?

«Mi sembra si sia ricompattato, anche questo è importante in vista della volata per la salvezza».

Chi vince?

«Nonostante sia uno scontro salvezza, si affrontano due squadre in salute, reduci da buoni risultati. Penso che si possa assistere anche a una buona partita sul piano tecnico».

Sì, ma chi vince?

«E che ne so? Comunque vada a finire una parte di me sarà contenta e un’altra scontenta. La mia speranza è che entrambe le formazioni si salvino a fine stagione, quello sì che è importante. E secondo me hanno i mezzi per centrare l’obiettivo. Allora sì che Di Battista sarà felice, perché Salernitana e Lanciano, per motivi diversi, hanno rappresentato tappe fondamentali della mia vita, calcistica e non».

@roccocoletti1

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