Di Francesco jr e il saluto romano: "È soltanto un equivoco"

Il centrocampista pescarese si giustifica con la comunità ebraica: "Salutavo con la mano destra, ma nella sequenza si vede che spunta un dito con cui indico la curva"

PESCARA. «Un equivoco, soltanto un equivoco». E’ questa la risposta che arriva dall’entourage di Federico Di Francesco, il calciatore della Virtus Lanciano, accusato dall’Unione comunità ebraiche (Ucoe) di aver rivolto il saluto romano alla curva dei tifosi frentani dopo la rete del momentaneo 1-1 contro il Modena.  In effetti, il centrocampista pescarese figlio d’arte mostra la mano destra tesa verso la curva, ma subito dopo nella sequenza spunta anche un dito rivolto al settore più caldo dei tifo frentano. «Voleva salutare i tifosi», la spiegazione che arriva subito dopo che il caso è montato.

«Di Francesco», scrive l’Ucoe, che allega al comunicato una foto del giocatore che alza il braccio davanti alla curva, «ha pensato bene di macchiare il proprio gesto agonistico nel peggiore dei modi. Corsa verso la curva dei sostenitori della Virtus e braccio teso in un inequivocabile saluto romano, molto simile a quelli dell’icona laziale Paolo Di Canio. Chissà cosa penserà il padre Eusebio Di Francesco», conclude l’Ucoe, «vecchio cuore giallorosso e attuale allenatore del Sassuolo dei miracoli che in Serie A si è imposto per bel calcio, valori e fair play».

Già, proprio il padre Eusebio si è fatto una grossa risata quando ha saputo del caso. Ha sorriso perché alle spalle lui e la famiglia hanno una storia tutt’altro che di destra. Men che meno di estrema destra. Una storia fatta di solidarietà e impegno sociale. E anche il figlio, a quanto è dato sapere, non sfugge alla tradizione. Ma quel braccio teso si presta a un’interpretazione che, secondo lo stesso Di Francesco, è sbagliata. Il ragazzo nella mattinata di oggi ha visto le foto circolare sui social e si è subito allarmato. «Papà, mi sa che ho fatto un casino», ha detto al genitore che l’ha rincuorato.

A difesa di Di Francesco si è schierata anche la Virtus Lanciano. «Si tratta di una trumentalizzazione, facilmente dimostrabile osservando il breve filmato che racconta il gesto dall'inizio alla fine», si legge in un comuncato sul sito ufficiale del club, «ovvero rivelandone la sua natura totalmente goliardica e scherzosa con il calciatore che saluta la propria curva sull'attenti come una recluta davanti al proprio stato maggiore (il gesto comincia con la mano sulla fronte e si conclude con un abbraccio ideale ai tifosi). Se poi qualcuno ne ha isolato un fotogramma facendolo passare per quello che chiaramente non è, ovviamente calciatore e club non possono esserne ritenuti responsabili. Inoltre la Curva Sud di Lanciano non ha mai presentato, storicamente, implicazioni o infiltrazioni di alcuna natura politica. Per completezza vogliamo sottolineare che nulla é più lontano dai pensieri e dai comportamenti di Federico Di Francesco di quanto gli è stato arbitrariamente attribuito».

Netta quindi la smentita di padre, figlio e club: nessun saluto romano. Una replica a cui in serata ha risposto l'Ucei per «prenderne atto con sollievo, rallegrarsi e augurarsi per il futuro una maggiore cautela. Il calcio deve restare entusiasmo e divertimento e certi gesti avventati, intenzionali o meno, non aiutano a tenere alto l'onore dello sport italiano».