L'INTERVISTA

Ecco Mancuso: pesca, musica e gol nel sangue  

L’ex bomber della Samb: «Pescara è l’occasione più importante della mia vita»

PESCARA. Il trasloco sarà agevole. Non solo per i chilometri (90) che separano San Benedetto del Tronto e Pescara. Ma anche perché tra i due centri che si affacciano sull’Adriatico ci sono parecchie affinità, soprattutto in questo periodo dove le riviere cominciano ad affollarsi e la musica negli stabilimenti balneari alza i decibel. Leonardo Mancuso è contentissimo di aver scelto il club biancazzurro. L’esterno offensivo milanese, 26 reti nell’ultima stagione con la Samb, dopo una lunga gavetta riabbraccia la serie B approdando in una squadra guidata da un tecnico, Zdenek, Zeman, che spesso ha fatto le fortune degli attaccanti. Inoltre, potrà continuare a coltivare il suo hobby piazzandosi nel tempo libero sugli scogli con la sua canna da pesca. Una passione sbocciata da quando era bambino, oltre all’amore per la musica suonata in varie salse con la sua inseparabile chitarra.
Ora lo sbarco in Abruzzo alla corte di Zeman. «È l’occasione più importante della mia vita», afferma Mancuso, «tornare in B nel pieno della maturità calcistica mi consentirà di giocarmi la chance nelle migliori condizioni. Mi auguro di dare un contributo importante alla squadra». Se i piani della società andassero a buon fine, il reparto offensivo, almeno in parte, sarà già collaudato. Non è un mistero che il primo nome sulla lista dei dirigenti pescaresi sia quello di Simone Andrea Ganz, un calciatore che Mancuso conosce bene per averci giocato insieme nelle giovanili del Milan. Chiaramente l’ex Samb, che ha firmato col Pescara fino al 2020, si augura che l’affare Ganz vada a buon fine. «Abbiamo condiviso una bella esperienza nel Milan», racconta Mancuso, «mi piacerebbe tantissimo giocare di nuovo con Simone che, oltre ad essere un centravanti fortissimo, è un bravissimo ragazzo». In quella squadra c’erano anche Mattia De Sciglio, Marco Fossati e Simone Verdi. Sulla panchina dei rossoneri sedeva l’ex pescarese Giovanni Stroppa, mentre nell’anno precedente il tecnico era Stefano Eranio.
Mancuso non trovò molto spazio e a fine stagione cambio aria. Era l’estate del 2011 e l’attaccante milanese ricominciò dalla serie D. Una buona annata nel Pizzighettone (11 reti in 37 gare) gli valse la chiamata della Carrarese. Due campionati di C1, 54 partite e 11 gol, e un buon rendimento che gli permise di fare il salto in serie B. Lo prese il Cittadella, ma in Veneto non riuscì a trovare molto spazio (7 presenze) e a gennaio passò al Catanzaro. «In Calabria mi sono trovato benissimo, ma alla fine del campionato mi ritrovai senza squadra. Tuttavia, non persi la speranza di rientrare nel giro».
Poco dopo arrivò la chiamata del diesse della Samb, il teatino Sandro Federico, che lo mise a disposizione di Ottavio Palladini, l’ex bandiera biancazzurra che ha allenato i rossobù fino allo scorso dicembre. «Palladini mi ha parlato benissimo di Pescara dicendomi che per me sarà un’esperienza fantastica».
Mancuso, nato a Milano, ha origini siciliane. E proprio sull’isola trascorrerà qualche giorno di vacanza prima di iniziare a sudare. L’attaccante è single ed è legatissimo alla sorella Arianna che lavora a Fano e spesso ha seguito dal vivo le gare della Samb. Leonardo non ama i riflettori e sul corpo ha un solo tatuaggio. Nel corso della sua carriera ha trovato anche il tempo per diplomarsi. «Sono un geometra grazie a mia madre che è un insegnante e mi ha sempre spinto a studiare». Il suo sogno è conquistare i pescaresi. «Giocherò in una delle piazze più importanti della serie B. La città e i tifosi meritano di vedere una squadra in grado di disputare un torneo da protagonista». Le fatiche della preparazione zemaniana non incutono particolare timore. «L’approccio mentale sarà determinante. Arriverò pronto per il ritiro. Ci tengo molto alla condizione fisica e non vedo l’ora di cominciare». Ora qualche giorno in Sicilia, poi Leonardo penserà solo alla sua grande chance.
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