Fortunato e pratico: il Pescara continua la scalata al vertice 

Mancuso e Pettinari ribaltano l’Avellino in vantaggio con Bidaoui Male il primo tempo, meglio nel secondo con Brugman regista

PESCARA. Non sta giocando bene e non è zemaniano. Ma il Pescara infila la seconda vittoria di fila - come non gli era mai accaduto dall’inizio del campionato - e si avvicina alla vetta della classifica del campionato di serie B, ora a un punto. Soffre, sbuffa e trema, ma, alla fine, riesce a schienare l’Avellino dopo un’ora di gioco in cui subisce, restando in partita grazie alle parate di Fiorillo e alla scarsa vena realizzativa degli irpini giunti alla terza sconfitta di fila. Non vinceva in casa dal 27 agosto scorso il Pescara. Da quel 5-1 al Foggia alla prima giornata. Da allora tanti punti persi per strada e un processo di zemanizzazione della squadra che stenta a decollare. Tanto che ieri l’Avellino sembrava una squadra del boemo e il Pescara allenato da Novellino.
Onore al merito dei biancoverdi che giocano con ritmo e aggrediscono alto il Pescara. Che sta a guardare e subisce passivamente. Tanto che il vantaggio di Bidaoui al 22’ non sorprende perché preceduto dal palo di Asencio (18’) e dalla girata di Ardemagni (20’) deviata dal portiere biancazzurro. Irpini padroni del campo, ma basta un lampo (nel buio) al Pescara per rimettersi in carreggiata. Al 29’ Zampano dal fondo per il destro in corsa di Mancuso che dal cuore dell’area fa secco Radu. 1-1 all’intervallo, un risultato che sta stretto ai biancoverdi. Va di lusso al Pescara che, invece, stenta a carburare. Non ha ritmo e non ha idee. E’ lento.
Nella ripresa, però, l’Avellino progressivamente cede sul piano della corsa e del pressing, arretra il baricentro. E il Pescara comincia a tirare fuori la testa dal guscio. Anche perché, al 18’, Zeman toglie il deludente Kanoutè per Valzania con Brugman spostato nel ruolo di regista in mezzo al campo. I biancazzurri crescono e gli irpini cominciano da accusare la fatica. Al 23’ Zampano fallisce il 2-1 solo davanti alla porta, dopo che Radu aveva respinto su Benali. Più Pescara che Avellino anche se al 28’ Fiorillo salva su Ardemagni. Al 37’ il gol partita, lo firma Stefano Pettinari, all’ottavo sigillo dopo un’astinenza che durava dal 16 settembre scorso. L’attaccante è lesto in area a infilare Radu dopo un’azione partita da Del Sole (subentrato pochi minuti prima a Benali), tenuta viva da Valzania e rifinita da Mancuso. Vantaggio meritato per quanto visto nella ripresa, ma il timbro della buona sorte è indelebile perché al 41’, D’Angelo di testa timbra il secondo legno irpino a portiere battuto. Un altro successo, ma quanta fatica! Pescara terzo in classifica - a un punto dalla coppia di testa composta da Empoli e Venezia - a quota 16, gli stessi di Novara, Bari, Frosinone e Cremonese.
Nel campionato di serie B più equilibrato degli ultimi anni il Pescara c’è. È lassù in attesa di sprigionare tutto il suo potenziale. Sì, perché l’approccio alla gara è quello che è, il primo tempo di ieri imbarazzante per pochezza di gioco e per ritmo. Un Pescara schierato in campo con la vecchia guardia, con il solo Kanoutè tra gli under 20. Il meno zemaniano in assoluto tra quelli in campo nelle prime dieci giornate. Due mesi di campionato per scoprire che questo Pescara non ha più nulla di zemaniano: la mentalità, il gioco e il ritmo. Però, è lassù ed è quanto basta per sperare che possa fare meglio da qui in avanti. Quella con l’Avellino era la prima di un poker di gare fondamentali: superato il primo ostacolo, martedì ci sarà la trasferta di Empoli - contro i toscani dell’ex Vivarini battuti e agganciati al vertice dal Venezia - nel turno infrasettimanale. E poi Brescia e Palermo in casa. Un paio di settimane per capire lo spessore del Pescara. Che vince, ma non convince del tutto ed è baciato dalla fortuna.
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