Giulianova condannato ai play out

Giallorossi battuti dalla Cavese e rimproverati dai tifosi a fine gara

GIULIANOVA. Finisce con i superstiti ultrà giuliesi che cantano «meritiamo di più» e invitano la squadra sotto la curva per prenderla a male parole. È la fotografia di un pomeriggio da cani al Fadini, l’ennesimo di un brutto girone di ritorno nel quale il Giulianova baby è inesorabilmente sprofondato in zona play out.

Ieri la Cavese ha sancito in modo matematico la condanna del Giulianova a giocarsi la salvezza attraverso uno spareggio andata-ritorno. Viste le premesse di un campionato affrontato al risparmio, con una squadra di ragazzini, un esito del genere ci poteva stare. Ciò che fa arrabbiare, e che preoccupa in prospettiva, è l’involuzione tecnico-tattica del Giulianova. Che non è più in grado di giocare in modo brillante e incisivo, se non a momenti, e che sempre più spesso va in confusione e in affanno, finendo con il concedere occasioni invitanti ad avversari che hanno più esperienza e forza d’urto.

Emblematica la partita di ieri. I giallorossi - che una volta tanto non avevano assenze di rilievo - l’hanno cominciata all’attacco e nei primi 26 minuti sono andati al tiro tre volte, reclamando anche un rigore con Melchiorri (dubbio il contatto con Nocerino al 18’). Poi però la loro spinta si è esaurita, complici alcune prestazioni individuali imbarazzanti e complice l’efficace disposizione in campo degli avversari. Stringara ha presentato un 3-4-1-2 che in fase di non possesso diventava un abbottonato 5-2-1-2. L’ex teramano Favasuli, giocatore di grande corsa, nella posizione di centrocampista avanzato ha asfissiato Carratta, l’unico giallorosso in grado di ragionare e dare geometria, e ben presto il Giulianova ha cominciato a buttar via palloni a casaccio.

Ci si è messa di mezzo anche la sfortuna, come spesso succede. Bitetto ha dovuto sostituire nell’ordine le punte Schneider (problemi a una caviglia), Campagnacci (sospetto stiramento a un adduttore, e questa sarebbe una brutta tegola) e Melchiorri (gli girava la testa). Subito dopo l’uscita di Campagnacci, la Cavese - che dalla mezz’ora del primo tempo aveva preso in mano il pallino - ha segnato con un altro ex del Teramo, l’argentino Turienzo. Il Giulianova, che Bitetto non ha modificato nel modulo facendo la strana scelta di tenere Del Grande (che è una mezzala mancina) all’ala destra e Carbonaro (destro) a sinistra, è andato completamente nel pallone e ha regalato il raddoppio su un’azione d’angolo che potrebbe essere buona come sigla di “Mai dire gol”. A quel punto la partita poteva essere raddrizzata solo con un miracolo.

Croce ha mancato l’1-2 e il miracolo non c’è stato, anche perché la Cavese si è blindata con un 5-4-1 contenendo senza problemi i confusi assalti di un Giulianova che, invece di giocare largo e sfruttare le fasce, s’infilava testardamente nell’imbuto centrale.
Nel finale la Cavese è rimasta in dieci per una sciocchezza di Maiorano, ma il Giulianova non ne ha approfittato. Anzi, nel recupero Censori è riuscito a fare una sciocchezza ancor più grossa (contestare platealmente un’ammonizione) e a pareggiare il conto dei cartellini rossi.

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