Grosso, è una notte piena di orgoglio

«Che bello giocare nello stadio della mia città con la maglia dell’Italia».

PESCARA. E’ andato via da Pescara che era un calciatore dilettante, con la maglia della Renato Curi. Ci torna con quella della Nazionale. Questa sera entrerà nello stadio della sua città da campione del mondo, il titolo conquistato a Berlino il 9 luglio 2006. Italia-Olanda è, soprattuto, la partita di Fabio Grosso che alle soglie dei 32 anni (li compirà il 28 novembre) sarà la star della serata. Non è stato profeta in patria, ma ci torna da idolo. Sarà l’unico abruzzese in campo. Sarà la 48ª presenza in maglia azzurra. Sarà una notte speciale. «Per me tutto ciò è motivo di orgoglio», ha detto alla vigilia, «anche questo è il coronamento di un sogno, un’altra tappa entusiasmante della carriera. Sono contento di essere nella mia regione e nella mia città. Sarà emozionante per me entrare nello stadio di Pescara.

Mi piacerebbe abbracciare una ad una la gente che sarà a vederci. Spero che il pubblico possa assistere a una bella partita, che sia una notte di festa. Mi piacerebbe fare gol, certo. Ma l’importante è che l’Italia giochi bene e che la gente si diverta». Ieri, alla rifinitura a Francavilla, è entrato in campo salutando il papà Tonino e il primo figlio, Filippo, in tribuna con la maglia azzurra numero 3. Sarà la notte di Fabio Grosso, allo stadio ci saranno amici e parenti. Pescara riabbraccerà il calciatore più celebre della sua storia calcistica. Quello che si è fatto a Chieti, dove ha conquistato una promozione in C1 e spiccato il volo per il grande calcio. Mai un passaggio in maglia biancazzurra, ma il terzino della Juventus è aggiornato sulle vicende del Pescara e ha esternato la propria delusione per l’esonero di Cetteo Di Mascio da responsabile del settore giovanile.

«Mi è dispiciuto», ha detto Fabio Grosso, «conosco Di Mascio (è stato suo allenatore alle giovanili della Renato Curi e in prima squadra, ndr) come uomo e come tecnico e so quanto vale. L’esonero non intacca il suo prestigio. Ci sta nel calcio. Ma non me lo aspettavo, questa decisione da parte della nuova società mi ha deluso». Gli altri abruzzesi nel club Italia andranno in panchina. E Morgan De Sanctis non ne fa un problema. «Penso che giochi Buffon, giusto così. Non è importante giocare domani (oggi, ndr) o mercoledì (a Cesena contro la Svezia, ndr), ma essere tra i convocati per il Sud Africa. Per riuscirci so di dover fare bene in campionato con la maglia del Napoli». Il portiere di Guardiagrele ieri ha fatto allenamento sul terreno di gioco dove nel 1994 ha vestito la maglia del Pescara e parato un rigore a Vieri, all’epoca nel Venezia. «Me lo ricordo, eccome se me lo ricordo.

Era la mia seconda presenza con la maglia del Pescara, ero un ragazzino alle prime armi. Da lì ha preso il via la mia carriera. E’ un episodio che mi è rimasto scolpito nella mente. Sono convinto che Italia-Olanda sarà una festa di pubblico. Sono orgoglioso di essere abruzzese, e lo dico a maggior ragione dopo essere stato all’Aquila e aver visto i danni del terremoto e il modo con cui ha reagito la gente. Giovedì abbiamo vissuto una giornata intensa, di quelle che ti restano nella mente». Partirà dalla panchina anche Giuseppe Rossi, l’attaccante del Villarreal, il cui papà Fernando è originario di Fraine, nell’Alto Vastese. C’erano parenti ieri a Francavilla a salutarlo, ce ne saranno tanti questa sera in tribuna nella speranza che entri in campo. Tra questa sera e mercoledì Lippi, di certo, gli darà un’altra chance.