I fantasmi del Palalido La sfida speciale fra Milano e Tercas Teramo

Il capitano Lulli: «Se giochiamo come a Caserta possiamo portare a casa anche questa vittoria»

TERAMO. Bisogna tornare indietro di due anni e mezzo, per la precisione al 10 ottobre 2007, per vedere il Teramo basket vincere al Palalido contro l’Olimpia Milano. Fu una partita memorabile, ma le squadre che si affronteranno domani pomeriggio nel piccolo palasport milanese non hanno quasi più alcuna parentela con quelle che allora si diedero battaglia. Nel Teramo attuale solo Poeta e Lulli possono dire “io c’ero”, mentre nell’AJ Milano l’anello di congiunzione è rappresentato da Bulleri.
Il Teramo vinse con i canestri di Tskitishvili - il georgiano dal nome impronunciabile e dalla mano fatata - di Tucker, di Powell e di Poeta. Nomi importanti di una squadra che terminò la stagione regolare all’11º posto, ma riuscì nell’impresa di sbancare il Palalido. Dopo quel 10 ottobre non c’è stato più niente da fare, e brucia ancora la sconfitta - dovuta anche a una grossa svista arbitrale - in gara quattro dei quarti di finale dei play off scudetto della scorsa stagione.
Ce n’è abbastanza per rendere questa partita un appuntamento speciale. «La gara di Milano evoca dei fantasmi, vista la sfida dell’anno passato dei play-off, e anche per questo motivo vogliamo portare a casa la vittoria», dice il capitano della Banca Tercas Gianluca Lulli, che indica la strada per arrivare a un difficile, ma non impossbile successo: «L’atteggiamento deve essere quello di Caserta, dobbiamo trasferire in partita la stessa determinazione che mettiamo negli allenamenti».
La vittoria di Caserta è stata fondamentale, dice ancora Lulli, «importante per la classifica, per il momento delicato che stavamo affrontando e per il morale. Siamo poi contenti per come sia arrivata, con continuità e lucidità per l’intera durata del match In pochi avrebbero scommesso su questa vittoria, in difesa siamo riusciti a tenere una squadra come Caserta a 59 punti, 30 in meno rispetto al suo standard».
Senza quel successo, è inutile negarlo, la sfida con Milano sarebbe apparsa proibitiva, ma al PalaMaggiò il Teramo ha dimostrato di poter superare i suoi limiti, quella mancanza di concentrazione, e forse un po’ di sfiducia, che l’ha portato a perdere tante partite in volata. Il valore di Milano (pur notevolissimo) non c’entra: la sfida del Teramo è soprattutto quella con se stesso.

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