Iaconi, sfida in famiglia tra Ivo e Andrea

Reggina-Grosseto nel segno dei fratelli: uno in panchina e l’altro in tribuna.

IVO IACONI

Reggina-Grosseto non può essere una sfida come le altre.
«Diciamo che faccio finta che sia come tutte le altre».

Ha parlato con suo fratello in questi giorni?
«No, da Natale non ci siamo più sentiti. Meglio così».

Com’è il rapporto?
«Come due fratelli. Il calcio è uno degli argomenti di cui parliamo, è la passione della nostra vita. Ci confrontiamo spesso».

Il Grosseto è in zona serie A; la Reggina è nei bassifondi.
«Il calcio è bello proprio perché può smentire tutto. Certamente, all’inizio della stagione le prospettive erano diverse, esattamente opposte».

Il pregio di suo fratello?
«Capisce di calcio. Quale altro complimento posso fargli?».

Il difetto?
«E’ molto più bravo dal punto di vista tecnico che amministrativo o organizzativo».

Due anni insieme a Pescara: com’è lavorare con il fratello direttore sportivo?
«Positivo, il nostro rapporto andava oltre la professione. Era molto più diretto e schietto. Ci si scontrava spesso su idee differenti».

Che cosa gli invidia?
«Sa guardare oltre. Valuta le situazioni in maniera lucida e a lunga gittata».

Chi vincerà domani?
«Vincerò io, perché ne ho più bisogno».

In famiglia per chi tiferanno?
«Per me, ho più bisogno».

Avere un fratello ds è un handicap?
«Non lo so, ma sicuramente non mi ha favorito. Non è facile prendere un tecnico che ha il fratello ds. Qualche remora ci può essere. Ma resto dell’avviso che ognuno ha quello che si merita».

La Reggina è la sua grande opportunità?
«Sicuramente, anche inaspettata per certi versi. E’ una società importante, grande organizzazione e ambizioni di vertice. Qualche posizione l’abbiamo risalita, ma dobbiamo ancora credere di poter salvare la stagione. Per riuscirci dobbiamo lottare per i play off».

Com’è l’ambiente calcistico a Reggio Calabria?
«Mi ha sorpreso positivamente. In altri posti avrebbe già vinto lo scoramento. Invece, devo dire che il pubblico ci ha dato una mano. Ha ancora fiducia».

Com’è questa serie B?
«In linea con quelli degli anni scorsi. C’è grande equilibrio. Forse, è un po’ sceso il livello tecnico dei calciatori. D’altronde, non si vive più nell’oro. Ci sono più ragazzi in campo. Per problematiche diverse anche noi ci siamo adeguati»

La Reggina cambierà molto durante il mercato?
«Qualcosa bisognerà fare».

Chiederà consigli a suo fratello?
«Solo consigli, d’altronde quattro occhi vedono meglio di due».

ANDREA IACONI

non è la prima volta che affronta suo fratello.
«E’ la seconda, la prima nella stagione 2006-2007, in B. Io a Pescara e lui a Frosinone. Vinse lui 2-0 a Pescara e in Ciociaria finì 0-0».

Com’è il vostro rapporto?
«Dal punto di vista familiare è bello. Lui è il più coccolato. Dal punto di vista calcistico è esistito solo quando abbiamo lavorato insieme a Pescara (dal 2002 al 2004, ndr). Tutt’al più abbiamo degli scambi di vedute, ci confrontiamo. Ma cerchiamo di non incrociare mai il nostro cammino».

Com’è come allenatore?
«Per me esistono due categorie: quelli che insegnano calcio e quelli che si mettono la tuta e allenano. Lui fa parte della prima».

Quindi è bravo?
«Certo che è bravo».

Il migliore?
«Tra i tecnici che ho avuto Galeone fa storia a sè. E’ fuori concorso. Ribadisco che Ivo è bravo, ma il mio giudizio è interessato, sono il fratello».

Quattro promozioni in carriera per lui.
«Ha raccolto meno di quello che avrebbe meritato. Ad esempio, non ha avuto la grande chance in una società importante. E penso che la mia figura lo abbia un po’ penalizzato».

Si spieghi meglio.
«Il nostro mondo è fatto anche di piccole gelosie. Un direttore sportivo può aver paura di prendere un allenatore fratello di un collega. Può pensare che il rapporto venga influenzato».

Comunque, la Reggina è una bella occasione per Ivo.
«Certo, una bella occasione nel momento peggiore degli ultimi anni della Reggina. Ha tanti problemi, difficilmente risolvibili nel giro di poco tempo».

Avete scherzato nei giorni scorsi su Reggina-Grosseto?
«Ci abbiamo riso sopra durante le feste di Natale. Lui ha più bisogno di fare risultato, vista la situazione di classifica».

Quindi?
«Qualsiasi risultato verrà fuori, io non sarò contento».

In famiglia per chi faranno il tifo?
«Sicuramente per mio fratello, ha più bisogno di punti».

Lei come si trova a Grosseto?
«Bene, ho trovato un presidente (Camilli, ndr) che sa di calcio. Ho davvero un bel rapporto, non potevo trovare di meglio».

Come giudica il campionato del Grosseto?
«Stiamo facendo bene. Siamo partiti per fare un campionato tranquillo e, invece, siamo in zona serie A».

Com’è il campionato di serie B?
«Tutti dicono che sia più scarso degli anni passati. Per me no. E’ il solito. Difficilissimo».

Due nomi di giovani per il futuro?
«Il mio Marco D’Alessandro, un’ala, di proprietà della Roma. L’altro giovane che mi piace è Antonino Barillà, centrocampista della Reggina».