Il guardiano dei pali

PESCARA. Avrebbe potuto giocarla con la maglia del Verona, invece difenderà la porta del Pescara. Lunedì Elhan Kastrati tornerà al Bentegodi, dove nel 2012 inizia la sua avventura in Italia. Arriva...

PESCARA. Avrebbe potuto giocarla con la maglia del Verona, invece difenderà la porta del Pescara. Lunedì Elhan Kastrati tornerà al Bentegodi, dove nel 2012 inizia la sua avventura in Italia. Arriva in Veneto per un provino insieme al fratello Resul, ex terzino destro che poco dopo lascia il calcio per dedicarsi alle aziende di famiglia. Il test di Elhan è positivo, ma è un minorenne extracomunitario e il trasferimento non si concretizza per motivi burocratici, così torna al Ks Teuta di Durazzo. L’anno dopo la situazione si sblocca. Arriva la chance con il Pescara che lo parcheggia per qualche mese all’Angolana e poi, dall’estate del 2015, lo inserisce nella formazione Berretti.
Kastrati sogna di diventare un portiere di alto livello anche per fare felice il padre, Selam, grande appassionato di calcio, che insieme ai suoi quattro fratelli gestisce varie attività in Albania (costruzioni, pompe di benzina e concessionarie auto). Nel frattempo, il 21enne estremo difensore di Durazzo si gode il suo momento in attesa del rientro dell’infortunato Fiorillo. Ieri il giovane portiere è stato ospite del Centro nel corso di una diretta Facebook disponibile sul sito www.ilcentro.it.
Kastrati, lunedì duro esame a Verona. Siete pronti?
«Sì, la vittoria contro il Carpi ci ha ridato un po’ di tranquillità dopo un periodo in cui i risultati non sono stati molto positivi. Per me sarà una gara particolare, visto che nel 2012 potevo diventare un giocatore del Verona. Grazie a Egidio Ciocchetta, preparatore dei portieri delle giovanili gialloblù, svolsi un provino che andò bene, ma non fui tesserato a causa di problemi burocratici. L’anno successivo Ciocchetta fece il mio nome a Massimo Marini (ex preparatore dei portieri del Pescara, ndr) e arrivai in Abruzzo. Marini mi ha aiutato molto, così quelli che ho avuto nelle giovanili, Nino Galli, Massimo Luciani e gli altri dello staff. Li ringrazio per i preziosi insegnamenti. Così come sono grato a Gabriele Aldegani che mi è sempre vicino, insieme a Vincenzo Fiorillo e Simone Farelli. Mi auguro di disputare una buona gara a Verona. Se facciamo risultato al Bentegodi significa che siamo una squadra veramente tosta».
Tre presenze in B. Soddisfatto del rendimento?
«In generale sì. Purtroppo ho commesso un errore in occasione del gol di Verre a Perugia. Devo crescere e penso solo a lavorare. La parata più bella? Quella su Vido, sempre al Curi».
Il rapporto con Fiorillo?
«Splendido. Sin dal primo giorno mi ha sempre aiutato e devo solo ringraziarlo».
Poi c’è il suo connazionale Memushaj.
«Per me è come un fratello maggiore, un punto di riferimento. Sono contento di averlo ritrovato a Pescara».
L’under 21 albanese dopo la trafila in tutte le selezioni giovanili. Quando l’esordio nella Nazionale maggiore?
«Di recente sono stato con i “grandi” ed è stata una bella esperienza. Ci sono tre portieri fortissimi: Strakosha della Lazio, Berisha dell’Atalanta e Hoxha del Partizani, io devo fare ancora molta strada. Chiaramente il mio sogno è diventare un giorno il numero uno dell’Albania».
Il suo idolo?
«Manuel Neuer del Bayern Monaco, mi è sempre piaciuta la scuola tedesca, anche se da quando sono qui ho imparato ad apprezzare quella italiana che è tra le migliori».
Quando ha iniziato con il calcio?
«Da bambino grazie a mio fratello maggiore Resul. Andava a scuola calcio e quando finiva gli allenamenti tornava a casa e voleva continuare a tirare calci al pallone. Mi chiedeva di stare in porta, così lui si esercitava nelle conclusioni e io ho iniziato a parare. Dobbiamo dire grazie a nostro padre, Selam, che è un grande appassionato di calcio, tant’è che davanti casa nostra ha fatto costruire un campetto con le porte. Spero che un giorno lui e mia madre Myrvete possano essere orgoglioso di me. Ho anche un fratello minore, Jurgen, ma lui studia e non gioca a pallone».
Il Pescara può andare in serie A?
«Non è un assillo. Pensiamo a raggiungere la salvezza al più presto, poi ce la giocheremo. Il Palermo è di un altro livello, poi c’è grande equilibrio e possiamo lottare contro tutti».
Il suo rapporto con la città e i tifosi?
«Molto buono, qui sto benissimo. Per il resto, sono sincero, mi aspettavo un pubblico più numeroso allo stadio. Siamo sempre stati in alto, i tifosi sono la nostra forza e questo Pescara merita un seguito maggiore».
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