Il Lanciano fa piccolo il Giulianova

I rossoneri dominano e tornano a vincere in casa dopo due mesi

LANCIANO. Una volta tanto è tutto molto semplice: il Lanciano, già sulla carta molto più forte del Giulianova, gioca nettamente meglio degli avversari e li batte in un modo che non ammette repliche, spezzando così un digiuno casalingo che durava dal 6 dicembre.
E’ vero che i rossoneri devono attendere la metà del secondo tempo per sbloccare lo 0-0, ed è vero che lo fanno su calcio piazzato. Ma quello del gol di Colussi è il loro ottavo angolo a favore: un segno evidente dell’andamento della partita. Nel quarto di gara che rimane, poi, la supremazia rossonera continua in modo a tratti imbarazzante. Il Giulianova, insomma, dopo aver palesemente giocato per lo 0-0 non riesce a cambiare faccia dopo lo svantaggio. In un simile contesto, il raddoppio del Lanciano è il minimo che possa accadere. E infatti accade, rendendo gli ultimi minuti pura accademia.

E dire che, appena prima dell’1-0, Bitetto aveva tolto un mediano (Carratta) per mettere la terza punta (Carbonaro). Fiutava puzza di bruciato, il tecnico pugliese, vedendo i suoi schiacciati dal Lanciano in un fazzoletto di campo. Con un attaccante in più voleva bloccare le devastanti avanzate dei difensori esterni rossoneri e guadagnare campo per ripartire più e meglio di quanto i suoi (non) fossero riusciti a fare fino a quel momento. Niente da fare, invece. Il Giulianova di ieri non avrebbe creato occasioni neanche giocando con cinque punte, e poi Dino Pagliari aveva appena azzeccato la mossa spacca-partita: aveva messo dentro Colussi, un solo gol finora e tanta voglia di rifarsi. Nei suoi 34 minuti di partita il numero 17 ha segnato, sfiorato il raddoppio (gran parata di Gasparri sul palo) e guadagnato il rigore del 2-0. Una specie di incubo per la difesa giallorossa, che prima del suo ingresso era riuscita in qualche modo a limitare la coppia (tecnica ma leggerina) Masini-Sinigaglia.

Colussi ha risolto in corso d’opera, dunque, l’unico problema del Lanciano di ieri: tirare in porta, finalizzare il gran lavoro della squadra. Che, per quantità di gioco prodotta e capacità di tenere il controllo della partita, è stata quasi perfetta dall’inizio alla fine. Il Lanciano, a parte i primissimi minuti, ha avuto in mano il centrocampo. Qui gli interni rossoneri erano due contro tre, ma a sostenerli arrivavano puntuali i terzini; quanto agli esterni di centrocampo, giocavano (in particolare Sansone) alti e larghi in modo da costringere gli esterni di difesa giuliesi ad abbassarsi sull’ultima linea. Risultato: il Giulianova ha ben presto abbandonato a se stessi gli attaccanti, ammucchiandosi all’indietro e non riuscendo quasi mai a uscire dal bunker palla a terra.

Ovviamente, quando una squadra domina l’altra in questo modo, non ci sono ragioni solo legate alla tattica e al collettivo, ma anche alle prestazioni individuali. I rossoneri hanno giocato quasi tutti sopra la sufficienza mentre alcuni giallorossi (in particolare i due centrocampisti più tecnici, Carratta e Croce) sono stati inguardabili rispetto al solito. Aggiungiamo che in panchina Pagliari ha trovato risorse importanti, mentre Bitetto non ha avuto nulla da Carbonaro e Maritato, e il quadro è completo.

L’unica cosa nella quale il Giulianova ha prevalso è stato il tifo: i 200 giuliesi al seguito hanno sovrastato la curva lancianese (sempre più muta, chissà perché) almeno fino al 2-0. Se non ci fossero stati loro, questo pseudo-derby si sarebbe giocato in un acquario. Ma i tifosi non vanno in campo, e ieri in campo non c’era storia.