Valentino Sciotti, amministratore delegato della Farnese Vini

L'INTERVISTA

Il patron Sciotti: con Moser e Canola è la mia squadra migliore 

Martedì ufficializzate le wild card per il Giro: il team OrangeBlue ci spera

PESCARA. Valentino Sciotti, presidente e amministratore delegato della Farnese Vini, è in procinto di partire per l’Australia per un viaggio d’affari. Dall’altro emisfero seguirà l’evolversi della scelta delle squadre che parteciperanno al Giro d’Italia 2019. Spera di tornarci con la sua Nippo Vini Fantini dopo due esclusioni di fila. Forse, martedì la Rcs deciderà a chi assegnare le wild card. Nel frattempo, la squadra è in procinto di iniziare la stagione in Argentina.
Sciotti, questa volta niente presentazione e niente allenamenti in Abruzzo a differenza delle passate stagioni. Come mai?
«Non c’è una scelta strategica. La presentazione non l’abbiamo fatta perché avevo impegni improrogabili in azienda e gli allenamenti si svolgono in Spagna con un clima mite più conciliabile con quello che i corridori troveranno nei primi impegni stagionali in Argentina».
Questa volta ci spera nel Giro d’Italia?
«Ci spero, come sempre. Se poi l’invito non arriverà pazienza. Aspettiamo il responso di Rcs».

Moreno Moser, 28 anni
La Nippo Vini Fantini si presenterà al via con Moreno Moser al posto di Cunego. Sarà lui la novità.
«Ha delle qualità enormi. Si è perso un po’ negli ultimi tempi, dobbiamo consentirgli di far riemergere quelle qualità che tutti gli riconoscono. E’ una scommessa, d’altronde le piccole squadre come la nostra questo possono fare. E noi abbiamo puntato su Moser. Fermo restando, che c’è Canola. Nell’ultima stagione forse gli è mancato l’acuto, ma comunque ha avuto una certa costanza di rendimento che tra l’altro ha permesso alla squadra di chiudere l’anno al nono posto a livello europeo».
Quindi, squadra con un attacco a due punte?
«Io dico che probabilmente oggi abbiamo la squadra più forte di sempre. Non solo Moser e Canola. Ci sono i colombiani e altri ragazzi in crescita. Io sono molto fiducioso».

Marco Canola, 20 anni
E ci sono, poi, i giapponesi. Negli ultimi giorni ha visto il presidente della Nippo, Hiromi Iwata, che è l’altro sponsor.
«Certo, il legame è saldo. C’è un progetto sportivo con traguardo fissato a Tokyo 2020, con le Olimpiadi. Ma ci sono le basi per proseguire il sodalizio con un nuovo progetto. Per la Nippo il ciclismo è passato, presente e futuro. Loro sponsorizzano anche il baseball, che è molto seguito in Giappone. Ma sono entusiasti del ciclismo, abbiamo avuto il merito di farli innamorare di questa disciplina».
Squadra con sponsor abruzzese, ma senza abruzzesi.
«Purtroppo, il mercato non offre granché per quelli che sono i nostri canoni. Non esiste un ricambio generazionale, c’è un vuoto oggettivo».
Un problema generale, non solo abruzzese.
«Certo, il ciclismo sta tornando indietro, mancano le basi».
Ovvero?
«Mancano le gare, mancano i tesserati. Non ci sono i giovani. Occorre ripartire da sotto, ovvero dal settore giovanile, investendo sui vivai. Sopra, i disastri sono stati già fatti e per ripartire occorre dare fiato alla base, quella formata dai praticanti».
Come?
«Serve programmazione. Possibile che in Belgio esistano più praticanti che in Italia? Non abbiamo nemmeno una squadra World Tour».
Lei andrà avanti con il ciclismo.
«Sì, al momento non c’è nulla che mi possa indurre a pensare il contrario. Ripeto: c’è un bel rapporto con la Nippo».
Ciclismo a modo suo.
«Certo, senza l’ansia del risultato. Sono sei anni di connubio con la Nippo e non abbiamo mai avuto problemi a livello etico. Non solo doping, ci mancherebbe! Ma anche a livello comportamentale. Il nostro investimento nello sport è pensato per crescere. Ma non deve essere schiavo del risultato. Che vogliamo, sia ben chiaro, ma senza pressioni che possano portarci fuori strada».
Come Farnese Vini avete intenzione di investire su altre discipline sportive?
«Intanto, dopo la cartellonistica allo stadio del Torino, saremo presenti anche all’Olimpico per le partite interne della Lazio. E poi...»
E poi che cosa?
«Potremo decidere di investire di qualche atleta abruzzese in ottica olimpica».
Tutte le strade sembrano portare al nome di Paolo Nicolai, il beach ortonese che in coppia con Daniele Lupo ha conquistato l’argento olimpico a Rio de Janeiro e sta preparando Tokyo 2020.
@roccocoletti1.

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