Inchiesta fatture false, la Figc deferisce il Pescara calcio e altri 13 club

La decisione della procura federale alla luce dell'inchiesta Fuorigioco della procura di Napoli. Nei guai anche squadre come Inter, Juve, Napoli, Palermo. Deferiti anche Sebastiani, Oddo e Campagnaro

PESCARA. Quattordici società, tra cui il Pescara, sono state deferite al Tribunale federale a titolo di responsabilità diretta per una serie di violazioni del codice di giustizia sportiva e del regolamento agenti di calciatori. Lo rende noto la Figc, sottolineando che stati anche deferiti dirigenti e calciatori dei quattordici club. Per i biancazzurri sono coinvolti nel procedimento il presidente Daniele Sebastiani, l'allenatore Massimo Oddo e il calciatore Hugo Campagnaro. Tra le squadre coinvolte anche Inter, Juve, Napoli, Palermo, Lazio.

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Il blitz della guardia di Finanza a gennaio. Tutto nasce dall'inchiesta Fuorigioco della procura di Napoli che ha visto indagati 64 tra calciatori, procuratori e dirigenti per reati tributari, evasione e false fatturazioni. I pm partenopei indagano dal 2015 su quote societarie e beni per circa 12 milioni di euro: gli indagati, tra il 2009 e il 2013, avrebbero compiuto reati tributari per evadere il fisco italiano. Il nuovo scandalo del calcio esplose a gennaio e coinvolse ben 32 società. Gli accertamenti della guardia di finanza avevano rilevato presunti illeciti collegati alle operazioni di mercato, attraverso un sistema che da un lato avrebbe sottratto soldi alle casse dello Stato, dall'altro favorito società, calciatori e, soprattutto, i loro agenti. La Procura federale ha lavorato a fondo sugli atti ricevuti lo scorso febbraio e infine ha stretto il cerchio attorno a 14 club.

Il sistema su cui indagano i pm. Secondo l'accusa i procuratori dei calciatori avrebbero fatturato alle sole società calcistiche le proprie prestazioni, simulando così che l’opera di intermediazione fosse resa nell’interesse esclusivo del club, mentre di fatto venivano tutelati gli interessi dei calciatori e degli agenti. Le società, d’altro canto, ne avrebbero approfittato deducendo dal reddito imponibile queste spese, beneficiando altresì della detrazione Iva relativa alla pseudo-prestazione ricevuta in esclusiva. Così facendo infine i calciatori non avrebbero dichiarato al fisco quello che era un cosiddetto «fringe benefit» riconosciuto agli stessi dalla società calcistica, a vantaggio dell’atleta, anche la spesa per l’intermediazione.  In altri termini, l’importo pagato dai club costituiva un reddito da imputare effettivamente al calciatore e, di conseguenza, la società calcistica ometteva il pagamento delle ritenute fiscali e previdenziali sul maggior reddito lordo ascrivibile all’atleta.

I quattordici club deferiti. Le società coinvolte sono quattordici e non sedici come comunicato in un primo momento dalla Figc. Ecco l'elenco corretto: Inter, Juventus, Napoli, Palermo, Chievo, Genoa, Pescara, Catania, Cesena, Ternana, Vicenza, Livorno, Grosseto e Reggina. «Sono state archiviate - fa sapere la Figc - le posizioni di Lazio e Portogruaro in ordine agli addebiti contestati a Marco Moschini e Giammario Specchia».

«Il Procuratore federale, esaminati gli atti di indagine posti in essere dalla Procura napoletana e trasmessi all'Ufficio della Procura Federale il 26 febbraio - fa sapere ancora la federazione - aveva disposto a marzo la riapertura delle indagini. Espletata l'attività istruttoria, ha infine disposto i deferimenti».

Deferiti anche calciatori, dirigenti e procuratori. Una cinquantina i tesserati deferiti, tra i quali i procuratori Alessandro Moggi e Riccardo Calleri, i dirigenti Jean Claude Blanc e Alessio Secco (all'epoca dei fatti alla Juve), Aurelio de Laurentiis e Pierpaolo Marino (Napoli), Giorgio Perinetti (Siena), Giovanni Sartori (Chievo), Igor Campedelli (Cesena) e Mario Cognigni (Fiorentina). Quanto ai calciatori, o ex, sono stati deferiti anche Ciro Immobile (all'epoca alla Juve e al Genoa), Guglielmo Stendardo (Atalanta), Giuseppe Sculli (Genoa e Lazio), Adrian Mutu (Fiorentina), Hernan Crespo, Diego Milito, Thiago Motta (Inter), German Denis (Atalanta).

Ora la palla passa alla Disciplinare, per un campionato che si annuncia lungo.