il talento

L'abruzzese Verratti è il nuovo re della Nazionale

Ha preso in mano l’Italia nella gara vittoriosa ad Haifa con Israele e ora l’aspetta la Spagna allo Juventus Stadium

PESCARA. Probabilmente è il destino dei giocatori di talento, quello di essere sempre al centro della discussione. Ma davvero non si capisce il motivo per cui Marco Verratti debba sempre dover dimostrare qualcosa quando indossa la maglia della Nazionale. Come se non fosse acclarato che il 23enne di Manoppello sia il miglior talento italiano in circolazione. Ad Haifa lunedì sera ha dato un altro saggio delle sue qualità che non sono solo tecniche, perché a nessuno è sfuggito quel «che c... vuoi urlato» in faccia all'israeliano che lo tampinava. E' stato il migliore tra gli azzurri, eppure quando arriva in Nazionale c’è sempre qualcuno che storce il muso. Era accaduto anche due anni fa con Conte, c'era chi alimentava dei dubbi sull'adattabilità del centrocampista ex Pescara al 3-5-2. Poi, la storia ha dimostrato che ci sta bene. E Conte gli ha affidato le chiavi della squadra, fino a ritenerlo uno degli intoccabili in barba anche alla statura che non è certo quella di un guardaspalle.

Se non fosse stato per quel problema al pube, sarebbe stato una delle stelle degli Europei di Francia. Adesso con Ventura, almeno alla vigilia dell'amichevole di Bari, persa con la Francia, soliti dubbi. «Ma a centrocampo c'è De Rossi», «Ma Verratti finora ha giocato poco» e cosi via. Sta di fatto che De Rossi si è fatto male e Ventura è stato costretto a far giocare Verratti. Che ha risposto in mezzo al campo facendo quel che meglio gli riesce: giocare a pallone con una semplicità e un'efficacia disarmanti. E tutti, giustamente, a rendere omaggio alla prova del centrocampista del Psg. Sa giocare a pallone e lo fa divertendosi. Per lui la partita non è un lavoro, ma un piacere. Più di ogni altra cosa. Fuori dai confini abruzzesi, dove ovviamente è un idolo, e dentro quelli nazionali probabilmente non e' ancora catalogato alla voce campione. In ambito internazionale, invece, lo è gia. Lo hanno incoronato giocatori del calibro di Xavi, Iniesta e lo stesso Ibrahimovic.

In Italia, invece, si fa fatica a considerarlo come il miglior talento della nuova generazione. Forse, perché gioca in Francia e la Ligue 1 non è molto competitiva e seguita dalle nostre parti. Ma bastava essere giovedì a Bari e parlare con i giornalisti francesi al seguito della Nazionale di Deschamps per vedere come si illuminavano gli occhi al nome di Verratti. Tutti increduli del fatto che non fosse in campo. Non è personaggio, forse. Ha una vita normale, senza eccessi. E non regala titoli ai giornali. A quasi 24 anni, però, è già uomo e campione: ha una compagna che gli ha donato il piccolo Tommaso e con il Psg ha l'obiettivo di vincere la Champions. In mezzo al campo gioca sempre a testa alta, che sia regista o mezzala. Che ci sia Blanc o Emery in panchina. Che si prediliga un calcio tecnico o dinamico. Lui c'è sempre. Hanno provato a prenderlo con maggiore convinzione Real Madrid e Barcellona, ma lo sceicco non ha mai preso in considerazione le offerte da 50-60 milioni.

E l'avvocato Donato Di Campli ha appena definito un altro rinnovo di contratto con adeguamento salariale. Adesso Verratti è vincolato al Psg fino al 2021 e guadagna tra i 5 e i 6 milioni di euro a stagione, a seconda di bonus e premi. E' un top player a tutti gli effetti e in Italia ci si pone ancora il dubbio di come collocare Verratti in campo, come se ci fossero tanti campioni in circolazione. La Nazionale è povera di talenti, l'unico in grado di attirare su di sè gli occhi della gente è proprio l'abruzzese che va matto per gli arrosticini. Una nazionale di corridori, in cui l'unico a dare del tu al pallone è Marco Verratti, da Manoppello. Non può che essere lui il perno dell'Italia chiamata alla non facile qualificazione ai Mondiali del 2018, in Russia. Non può che essere lui il pilastro della squadra che già il 6 ottobre allo Juventus Stadium dovrà cercare di sbarrare la strada alla Spagna che è la principale rivale alla corsa per il primo posto del girone, l'unico che regala il passaggio diretto alla fase finale. E' l'Italia di Verratti, senza se e senza ma. E c'è poco da meravigliarsi: alle doti tecniche abbina un temperamento insospettabile per uno che ha colpi da far rimanere a bocca aperta tutti. E' nel pieno della maturazione calcistica e la sua dittatura in mezzo al campo è destinata a resistere negli anni.

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