grande festa nel post chieti-omegna

L’addio al basket di «Moses» Capone

A 50 anni il cestista teatino decide di appendere le scarpe al chiodo

CHIETI. Il post Chieti-Omegna è tutto dedicato a Claudio Capone, 50 anni appena compiuti. Festa per l'addio al basket giocato del fromboliere teatino, atleta che ha portato in alto il nome di Chieti calcando con onore una moltitudine di parquet italiani, dalla A1 alla D.

Cinquant’anni, sempre protagonista. Soprattutto nel basket che conta. Una girandola di volti noti della pallacanestro cittadina ha partecipato alla manifestazione in onore di «Moses».

Circa 50 gli invitati, fra i quali gli ex Rodrigo D'Ottavio, Dindelli, Di Masso, Gialloreto e Rossi, più una serie lunghissima di amici, volti conosciutissimi nell'ambiente cestistico abruzzese. Grande festa dunque per la partita di addio al basket giocato di Claudio Capone. Carriera partita ovviamente da Chieti dove ha cominciato con la gloriosa Rodrigo, dalle giovanili fino alla prima squadra in serie B.

Nel 1985, il passaggio alla Juve Caserta per 500 milioni delle vecchie lire. Due finali scudetto perse nelle stagioni 1985-86 e 1986-87. Altra finale di coppa Korac persa contro il Banco di Roma.

Ben quattro le promozioni in A1 ottenute con Desio, Arese, Montecatini e Avellino. Quelle memorabili sono state senza ombra di dubbio quelle ottenute con Arese e Avellino dove Claudio Capone ha segnato i canestri decisivi a pochi secondi dalla fine. Con Arese contro Cantù, con Avellino a Jesi. Sono quel genere di azioni che racchiudono tutte le caratteristiche di un giocatore che ha vissuto la propria carriera sostenuto da un istinto innato per il canestro, qualità che gli ha consentito sempre di deliziare le numerose piazze che hanno avuto la fortuna di vederlo giocare.

Dunque a 50 anni appena compiuti Claudio “Moses” Capone appende le scarpe al chiodo al termine di una carriera lunghissima e ricca di soddisfazioni. Si ferma un uomo al quale il basket ha segnato indelebilmente la vita, un atleta che ha contribuito a esaltare l'incredibile serie di emozioni che questo sport riesce a trasmettere.

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