ciclismo - oggi il gran finale a parigi 

La crono va a Bodnar Froome cala il poker, è lui il re del Tour  

PARIGI. Il poker è servito. Quasi come Anquetil, Merckx, Hinault, Indurain, tutti protagonisti di leggendarie cinquine in epoche diverse, Chris Froome oggi salirà per la quarta volta (non di seguito,...

PARIGI. Il poker è servito. Quasi come Anquetil, Merckx, Hinault, Indurain, tutti protagonisti di leggendarie cinquine in epoche diverse, Chris Froome oggi salirà per la quarta volta (non di seguito, per via dell'exploit di Vincenzo Nibali nel 2014) sul gradino più alto del Tour de France di ciclismo, davanti a Rigoberto Uran e Romain Bardet, rispettivamente secondo e terzo, con un solo secondo di vantaggio su Mikel Landa. Lo spagnolo è stato più volte “frenato” dal lavoro di gregario, trainando il proprio capitano sulle salite più dure, rischiose e complicate, come ultimo uomo di un “treno” senza eguali nel ciclismo contemporaneo: quello del Team Sky. Nella crono di ieri ha soffiato il vento dell'est, con i polacchi Bodnar e Kwiatkowski rispettivamente primo e secondo (divisi solo da 1”): il secondo non è apparso per nulla provato dal lavoraccio agli ordini di Froome, quando la strada cominciava a salire e il ritmo del gruppo dei migliori doveva subire un'impennata per azzerare le velleità degli attaccanti. Anche ieri l'ex campione del mondo è stato stratosferico, rischiando di prendersi una cronometro che, per il rendimento complessivo offerto in questa edizione della Grande Boucle, avrebbe meritato. Nella crono marsigliese Froome ha confermato i propri miglioramenti e si è piazzato a 6” dal vincitore, sfiorando il clamoroso sorpasso a Bardet negli ultimi metri ed evitandogli un'umiliazione colossale davanti al pubblico dello stadio Velodrome di Marsiglia. Il francesino della SAg2r La mondiale, tuttavia, non è riuscito a evitare il sorpasso da Uran, che gli ha soffiato il secondo posto nella generale, dopo avere rischiato di andarsi a schiantare sulle transenne, per un “lungo” che ha tolto il respiro a mezza Colombia. Si è difeso bene Fabio Aru, a 1'16” da Bodnar nella crono, che ha conservato il 5/o posto nella generale, piazzandosi a 3'05” da Froome, dopo avergli perfino conteso e sfilato per qualche giorno la maglia gialla, che il keniano bianco aveva a sua volta strappato al compagno di squadra Thomas, vittorioso nella prima crono a Duesseldorf. «Alla fine, quinto posto: complimenti a chi mi ha preceduto. Voglio tornare prima possibile al Tour per fare meglio...», le parole del sardo, bravo a raddrizzare una stagione nata male e proseguita peggio, con la morte del compagno Michele Scarponi mentre si allenava e la caduta nei giorni precedenti il Giro d'Italia numero 100 che partiva dalla Sardegna.