Lanciano, Maragliulo si presenta: "Ho ragazzi di qualità, ma li voglio rabbiosi"

Il mister: punto alla semplicità tattica e all’entusiasmo. Sto cercando di dare coraggio e serenità ai miei

LANCIANO. Serenità. È questa ora la parola d’ordine che deve regnare in casa Virtus. Lo ha chiesto il diesse Luca Leone che ha presentato il neo allenatore Primo Maragliulo, dopo aver chiesto alla società il ritorno di D’Aversa. Lo ha chiesto lo stesso allenatore che guiderà i rossoneri, con una deroga mensile della Lega (non ha il patentino per allenare in B), nei prossimi mesi. Una sfida ad alto rischio per lui. Che, a 55 anni, si è rimesso in gioco. E ha dettato la sua ricetta per salvare la Virtus e la serie B: giocare a calcio divertendosi, con rabbia, convinzione e, appunto, tanta serenità.

E che ci sia serenità si capisce dal suo sguardo, dalle parole che usa, mai eccessive. «L’esonero di D’Aversa è stato duro da ingoiare per me che ho trascorso 6 anni con Roberto degli 8 che sono qui», ha detto Leone. «Roberto lo devo ringraziare come professionista, capitano della promozione in B, come collaboratore, come allenatore. Primo (Maragliulo, ndc) sa che ho provato a far cambiare idea alla società, sono sincero, come sa che lui è ora la scelta migliore. In bocca al lupo a lui che ha il compito di riportare serenità nell’ambiente». Leone ha mal digerito l’esonero di D’Aversa e ha anche chiesto a Guglielmo (presente in sala stampa) e Valentina Maio di farlo tornare, andando in collisione con la loro scelta, un esonero fatto di pancia dopo una gara, quella col Trapani, persa malamente. «Litighiamo sempre», ha tagliato corto il diesse, «discutiamo perché abbiamo a cuore il bene del Lanciano. Non nascondo di aver passato giorni difficili, ma quando mi capitano questi giorni penso alla strada fatta, dall’Eccellenza alla serie B, e ne esco fuori. Siamo abituati a vincere. La retrocessione? Ci può stare, non è una tragedia, ma ci batteremo fino all’ultima giornata per evitarla».

Anche Maragliulo ha avuto parole per D’Aversa. «Se sono qui lo devo al direttore Leone e a D’Aversa», ha detto il nuovo mister, «è stato lui a chiamarmi in Primavera col benestare del mister. Ne sono felice e onorato. Per me questa è un’occasione importante. Pensavo a 55 anni di aver smesso di sognare, invece mi ritrovo in un’avventura più grande di me che prenderò di petto. Nella vita le cose difficili sono le più belle, soprattutto quando riescono». E far salvare la Virtus sarà difficilissimo. Come riuscirci? Per ora il mister non pensa ai moduli, 4-3-3, che è il suo marchio, 3-5-2, adottato da D’Aversa da alcune gare: ora è concentrato a lavorare sulla mente, la psicologia dei giocatori. «Contro il Vicenza occorre semplicità tattica», ha spiegato il tecnico leccese, «voglia, entusiasmo. Sto cercando di dare coraggio ai ragazzi. Ci sono tanti giovani di buona qualità, ma a questa vanno aggiunti rabbia, convinzione e serenità per poter fare buone cose. Di alcuni di questi giovani ne sentirete parlare, a me ora il compito di dare loro la possibilità di esprimersi. Sono sorpreso di aver trovato una spogliatoio unito che mi ha accolto bene. Dobbiamo fare risultato per avere la spinta per tornare a divertirci».

Tanti gli “in bocca al lupo” ricevuti, uno anche dall’ex mister rossonero Marco Baroni che con Maragliuglo come suo vice ha allenato la Virtus e il Pescara. «La telefonata di Baroni mi ha fatto piacere», ha detto Maragliulo, «con lui due anni molti belli». Ma ora non c’è tempo per pensare al passato, bisogna guardare al futuro. C’è la sfida col Vicenza domani da affrontare con entusiasmo, serenità, sfrontatezza, rabbia e convinzione.

Teresa Di Rocco

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