Il fantasista biancazzurro José Machìn (classe 1996)

IL PERSONAGGIO / INTERVISTA

Machìn: «Senza play off stagione negativa» 

Il fantasista biancazzurro: «Il cambio di ruolo ha inciso sul mio rendimento. La Spal? No, resto qui»

PESCARA. Il 2019 si è chiuso alla grande e il 2020 vuole aprirlo col botto. Questa è la stagione del decollo e della consacrazione, per Josè Machin, 23enne trequartista del Pescara, che ha lasciato il segno nel girone d’andata e si prenota per una grande seconda parte di stagione.
Machìn, nelle ultime ore la Spal ha puntato il mirino su di lei. Andrà via da Pescara?
«Non ne so nulla e non credo che la trattativa sia vera. Ho saputo anche io di questa voce, ma voglio restare qui. Io mi vedo a Pescara fino a giugno, poi, però, penso anche che nella mia carriera spesso ho cambiato squadra ogni sei mesi, quindi potrebbe succedere di tutto... Stavolta, però, vorrei fare una stagione intera a Pescara».
Per un centrocampista come lei sette gol segnati in diciotto partite sono un bel bottino. Il cambio di ruolo, da mezzala a trequartista, è stato determinante?
«Sicuramente mi ha aiutato molto, ma ha giovato anche alla squadra. L’importante è fare gol, forse cosa che in passato non facevo con frequenza».
Si continuerà, quindi, con il 4-3-2-1?
«Penso di sì, poi spetta a Zauri decidere. Come allenatore, ma anche come persona, è bravissimo. Faremo quello che ci chiede lui».
Che giudizio esprime sulla prima parte di stagione del Pescara?
«Una sufficienza, non di più. Non siamo riusciti ad avere la continuità giusta per più di 3-4 partite. Siamo stati un po’ altalenanti e possiamo fare meglio nel girone di ritorno. Abbiamo qualità importanti e siamo una grande squadra. Dobbiamo sfruttare al massimo tutte le nostre potenzialità per raggiungere gli obiettivi».
Obiettivo play off?
«Sì, certo. Senza play off sarebbe una stagione da cancellare. Dobbiamo lottare per andare agli spareggi e abbiamo le qualità per centrarli».
Domenica arriverà la Salernitana, che gara sarà?
«All’andata non ero in campo e domenica spero che l’epilogo sia diverso».
Rispetto a due anni fa Josè Machìn è cambiato tanto. Più maturo, più convinto dei propri mezzi o c’è dell’altro?
«Sono sempre lo stesso, forse i gol realizzati hanno inciso sul giudizio globale. I numeri nel calcio sono molto importanti e finora i miei sono buoni. Cerco di fare il meglio possibile, tutto qua».
Lei, insieme a Galano, è uno dei migliori di questa prima parte di campionato.
«Sinceramente fa piacere, però vorrei essere d’aiuto alla squadra e non il migliore della squadra».
Perché la chiamano “il mago”?
«Fin dai tempi della Roma i compagni di squadra mi chiamano così. Mi fa piacere, è uno modo per scherzare, ma non saprei spiegare il motivo di questo nomignolo».
Il gol più bello del girone d’andata?
«Sono tre. Quello con il Venezia, poi quello con il Cittadella, perché non era semplice farlo, e quello segnato al Benevento».

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