Pierpaolo Marino, ex dg dei biancazzurri

L'INTERVISTA

Marino: questa squadra ricorda quella del 1992 

L’ex dg accosta il Delfino di Pillon a quello di Galeone: Mancuso trascinatore, Machín destinato alla A

PESCARA. Pierpaolo Marino “vota” Pescara. Il 64enne dirigente di origini irpine è momentaneamente fuori dalla serie A, dopo l’esperienza a Bergamo con l’Atalanta. È alla finestra e, ovviamente, segue tutto. Anche il Pescara con cui ha lavorato durante la gestione Scibilia, all’inizio degli anni Novanta. Attualmente è commentatore televisivo per RaiSport e in passato il suo nome è stato legato alle fortune di Napoli, Roma, Avellino e Udinese.
Pierpaolo Marino, se l’aspettava un Pescara così pimpante?
«È stato un avvio di torneo davvero sorprendente per il gioco espresso e per il collettivo che Pillon ha messo in mostra. Sono davvero felice per il grande entusiasmo che si sta ricreando e per i giovani interessanti che il Pescara mette sempre in mostra».
Il segreto qual è?
«Una società vincente, che sa fare calcio e che ha un presidente vincente come Sebastiani. È competente, ma adesso deve superare lo scoglio dell’ascensore tra A e B. Questa società merita di rimanere in serie A in pianta stabile. Sembra un po’ l’Udinese prima dell’arrivo della famiglia Pozzo e spero che si stabilizzi nella massima serie».
Bepi Pillon dopo qualche anno in ombra è tornato sulla cresta dell’onda.
«Pillon mi è sempre piaciuto e credo che questo sia l’anno della sua definitiva consacrazione. Lui è molto amico di Francesco Guidolin che, ai tempi dell’Udinese, già mi parlava molto bene di Bepi, indicandolo come un grande allenatore. Ci ha visto lungo per quello che ha fatto e che sta facendo ora a Pescara. Sapete che vi dico…».
Prego.
«Questo Pescara mi fa pensare a quello del 1991-1992 con Giovanni Galeone in panchina, con Allegri e Massara. Partimmo in sordina e in pochi avrebbero scommesso su di noi. Poi abbiamo iniziato a dare randellate a tutti gli avversari. Alla fine siamo andati in A con grandi risultati. Auguro al Pescara di Pillon di fare la stessa cosa».
Bomber Mancuso a caccia dello scettro da capocannoniere.
«Mi piace molto perché è un vero trascinatore, ma anche i giovani».
Il suo preferito?
«José Machín. È un giocatore destinato alla serie A e penso che farà grandissime cose. Ma non dimentico Capone e Melegoni che ricordo bene ai tempi di quando ero all’Atalanta».
La sorpresa della B?
«Il Foggia sarà la mina vagante del campionato».
Il suo rapporto con i colori biancazzurri?
«Splendidi. Sono stato qui cinque anni (dal 1991 al 1996, ndr) ed è sempre un piacere tornare a Pescara. Quest’ambiente ti rimane dentro e ho il Delfino nel cuore. Non solo per il contesto sportivo, ma anche per la città e la sua tifoseria».
In futuro?
«Sono convinto che qualcosa darò ancora a questo calcio».
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