Mouaha: io, la scuola e il mio Camerun  A Roseto sto bene 

Il play 18enne a Caserta ha realizzato il tiro della vittoria da metà campo: «Azione pazzesca, mi sono sentito un eroe»

TERAMO . Il giorno dopo l’incredibile ma meritatissima vittoria della Sapori Veri Roseto in trasferta a Caserta dopo due supplementari, mentre tra i tifosi dei due club si accavallavano le opinioni sull'effettiva validità di quel canestro da metà campo scoccato allo scadere, Aristide Mouaha, il play degli Sharks autore del tiro vincente, aveva il telefonino spento.
Il perché è presto detto: era a scuola, visto che ha 18 anni e frequenta il liceo scientifico: «Ho avuto la fortuna di realizzare un sogno, quello di fare il tiro che fa vincere la propria squadra. Un’azione pazzesca, per qualche secondo mi sono sentito un vero eroe». Il talento di Mouaha fece capolino in Camerun qualche anno fa: «Vivevo a Yaoundé e giocavo a calcio, difensore centrale. In famiglia però avevo due fratelli che giocavano a basket, e siccome a 12 anni ero diventato il più alto di tutti mia mamma mi portò a provare: fu amore a prima vista, ci sono rimasto dentro».
L’arrivo in Italia grazie a coach Stefano Bizzozi, che all'epoca allenava le camerunensi della nazionale femminile: «Venne a vederci in allenamento e convinse la mia famiglia a lasciarmi andare a Roma: così a 16 anni arrivai alla Hsc, dove ho fatto le giovanili e l’anno scorso la serie B (a 18 punti di media, ndc)».
Poi la chiamata di coach D’Arcangeli che lo teneva d’occhio: «Mi conosceva perché in prestito con la Stella Azzurra ho giocato l’Eurolega Under 18 in Lituania», racconta Mouaha, che poi ammette di trarre ispirazione dalle gesta di Facundo Campazzo, play argentino del Real Madrid: «Mi piace per il suo modo aggressivo di giocare sia in attacco che in difesa, e poi perché sa segnare tanto ma anche far giocare bene i compagni, lo adoro».
Quest’anno, all'esordio in A2 contro Udine si sono visti subito i suoi grandi mezzi atletici, che però a volte lo portano a sbattere sulle difese: «È che ho tanta voglia di giocare, a me la grinta non manca. Per questo sto bene a Roseto, squadra che ci mette sempre tanta energia».
A Caserta ha realizzato gli ultimi 5 punti del match: «Dopo aver segnato da metà campo mi sono girato verso l’arbitro e quando ho visto che aveva convalidato ho iniziato a correre, prima della ‘royal rumble’ dei compagni che mi sono saltati tutti addosso. Bellissimo».
Anche dal Camerun sono arrivati i complimenti: «Sapevano già tutto, compreso mio fratello Adrien che fa il play in Brasile. I miei li sento spesso al telefono, anche perché finora sono tornato solo una volta a casa: credo che la prossima estate dovrò andare, sennò mia mamma si arrabbia e non mi fa più il mio piatto preferito, lo “Ndolè”, verdure mischiate ad arachidi, tipico della nostra tradizione».
Sotto contratto con gli Sharks con un triennale appena firmato, per il futuro Mouaha ha le idee chiare: «Migliorare la mia percezione del gioco. E poi mettere a posto i tiri liberi (solo il 31% finora, ndc): non mi era mai successo di tirarli così male, devo superare questo problema solo mentale. E poi continuerò a studiare, penso d’iscrivermi ai corsi di management dello sport».
Niente male per un ragazzo di 18 anni, che ha appena vissuto la sua serata da eroe.
Marco Rapone
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