Ora anche chi vince è scontento 

Dalla Juve al Milan, passando per Napoli, Inter e Roma: tifosi sul piede di guerra

ROMA. Santi, eroi, navigatori, ma ormai sempre più impazienti, infastiditi, a volte intolleranti e pronti a trovare un obiettivo con cui confliggere. L'Italia da tempo ha smarrito il sorriso e il barometro dei tifosi, che spesso anticipa derive che poi si propagano nella società, segna tempesta. La stagione, anche per l'esito delle coppe, ha provocato molte delusioni, ma la misura sembra ormai sfuggire a qualsiasi equilibrio. A parte la splendida Atalanta, che vola divertendo verso un sogno europeo, e il Torino, che sta disputando un torneo d'eccellenza, tutte le altre sono più o meno nel mirino delle critiche. La Juve ha stabilito un record che durerà decenni, con una supremazia schiacciante, otto scudetti di fila che renderebbero paghi e riconoscenti i tifosi più esigenti. A marzo c'è stato lo sciopero del tifo contro la società per il caro biglietti (a ottobre addirittura per un ricorso della società contro la squalifica della curva per discriminazione territoriale). Ma l'estromissione dalla Champions con l'Ajax, nonostante Ronaldo, ha risvegliato la rabbia per un traguardo che continua a mancare. Di mira un tecnico abile e navigato come Allegri, non abituato a lisciare il pelo al prossimo. Dopo cinque scudetti di fila in cinque campionati, quattro Coppe Italia e due Supercoppe. Il Napoli da anni ha assunto stabilmente una posizione di prestigio: con Ancelotti si è portata facilmente al secondo posto senza mai avere flessioni significative. Eppure la curva continua nella sua annosa contestazione nei confronti del presidente De Laurentiis, accusato di non fare abbastanza per rinforzare la squadra. Comincia a non essere immune da critiche perfino il totem Ancelotti. All'Inter non si risparmia nessuno. Prima la società, poi Spalletti per la gestione dello spogliatoio e l'eliminazione dall'Europa League. L'obiettivo ora è stato spostato sul bersaglio grosso, Mauro Icardi, già in passato preso di misura per l'autobiografia, il tira e molla del contratto, con molti insulti anche all'ingombrante Wanda Nara. Il recente braccio di ferro con la società ne ha fatto un nemico facile. E ora è probabile che a fine stagione andrà via. Tutto questo mentre l'Inter sta blindando il terzo posto Champions. I tifosi del Milan hanno spesso usato parole forti contro i dirigenti, Gattuso e Leonardo, per quelli della Lazio la contestazione a Lotito è diventata una pratica identitaria, nonostante la valorizzazione di talenti e risultati sufficienti. Pallotta nella Roma è un altro bersaglio abituale per l'assenza e la politica delle plusvalenze che ha poi travolto anche Monchi. Oltre a De Laurentiis e Lotito nella triade dei più contestati c'è la famiglia Della Valle che viene ostracizzata a Firenze da anni perché non vuole investire di più. Tempi cupi anche a Genova: Preziosi è sempre nel mirino dei tifosi per la sua politica di cessioni vorticose mentre sta franando anche il rapporto tra Ferrero e i doriani, più per la forma di certe esternazioni che per i risultati. Perfino un sodalizio di lunga data come quelli tra i Pozzo e i friulani viene messo a dura prova dalla stagione negativa. Insomma, l’Italia dei campanili è insofferente e contesta anche le squadre che ama, soprattutto le 'elite’ che le governano.