Parla Simone Ganz: «Pescara, ti sceglierei altre mille volte» 

«Sento la fiducia di Zeman e del club. Siamo forti e sarebbe un fallimento non centrare i play off. La A? È presto per parlarne»

PESCARA. Il pezzo pregiato del mercato ancora in naftalina. Otto gare di campionato e nemmeno una presenza da titolare. Simone Andrea Ganz attende con ansia il suo momento. Finora Zdenek Zeman non gli ha concesso nemmeno una chance dal primo minuto, ma l’attaccante acquistato per quasi due milioni di euro dalla Juventu non si abbatte e mostra una gran voglia di essere protagonista.
Ganz, partiamo dal ko col Cittadella. Cosa è successo?
«È stato un passaggio a vuoto, può capitare a una squadra nuova che non ha ancora una precisa identità. Una sconfitta ci può stare, ma la prestazione non è stata convincente. Non siamo riusciti a imporre il nostro gioco».
È preoccupato per la battuta d’arresto?
«No, in serie B capita di assistere a risultati a sorpresa. È un torneo davvero singolare, dove nessun epilogo è scontato. Non c’è motivo per allarmarsi, siamo una squadra forte composta da un mix di giovani ed esperti e tra un po’ di tempo i valori emergeranno».

Ganz, intervista esclusiva al Centro: "Presto verrà il mio momento"
Il giornalista Giovanni Tontodonati intervista in esclusiva per il Centro Simone Andrea Ganz, attaccante del Pescara Calcio sul quale si concentrano giorno per giorno le attese e le speranze dei tifosi biancazzurri. "Il Pescara è una squadra forte, ma abbiamo ancora tanto da lavorare. Presto verrà anche il mio momento", dice Ganz. L'intervista integrale sul Centro in edicola mercoledì 11 ottobre.

Ganz è stato il colpo del mercato del Pescara, ma finora non ha mai giocato titolare. Perché?
«Ho sofferto molto durante la preparazione, non avevo mai lavorato così tanto nel corso della mia carriera. Eppure, Marco Cassetti (ex difensore della Roma di Zeman, ndr) mi aveva avvertito e io mi ero allenato durante le vacanze, però ho accusato ugualmente le fatiche. Poi Pettinari ha iniziato alla grande la stagione e il suo exploit ha inciso nelle scelte dell’allenatore. Dualismo? No, ho un buon rapporto con lui, a Como formavamo la coppia d’attacco. Di sicuro non mi aspettavo di accumulare un minutaggio così basso, ma continuo a lavorare per farmi trovare pronto e dimostrare ai tifosi quanto valgo».
Lei ha detto no a mezza serie B per accettare l’offerta del Delfino. Se potesse tornare indietro rifarebbe la stessa scelta?
«Assolutamente, prenderei esattamente la stessa decisione. Non sono affatto pentito. Il Pescara è il club che mi ha voluto più di tutti e non potrei mai avere ripensamenti. Sento la fiducia della società, dell’allenatore e dei miei compagni. Chiaramente sono un po’ arrabbiato come tutti i calciatori che non giocano. Tutti vorrebbero titolari. Al tempo stesso, non ho perso la serenità».
Suo padre è stato un grande attaccante. In questo periodo quali sono i suoi consigli?
«Ci sentiamo tutti i giorni, mi chiama per incoraggiarmi, invitarmi a non mollare e continuare a credere nelle mie qualità. Mi dice che con il lavoro i risultati arriveranno e che bisogna essere professionisti dentro e fuori dal campo».
Era il suo idolo da bambino?
«Beh, ovviamente ho sempre nutrito una grande stima nei suoi confronti. A casa abbiamo un dvd con tutti i suoi gol. Ne ha segnati 208 in carriera e spesso rivedo i filmati. Il paragone tra me e lui? Il suo era un calcio diverso, oggi gli attaccanti devono occuparsi anche della fase difensiva. Credo di avere preso da mio papà il fiuto del gol e spero di dimostrarlo ai pescaresi».
Che rapporto ha con suo padre?
«Bellissimo. Lui non è mai stato invadente, mi ha dato tanti suggerimenti lasciandomi sempre la libertà di scegliere. Vi racconto un aneddoto. Quando avevo 15 anni superai un provino con l’Inter e stavo per entrare nel club nerazzurro. Poi mi chiamò il Milan e bloccai tutto, ma mio padre non ebbe nulla da ridire. Sono sempre stato un tifoso rossonero, così andai al Milan».
Che ricordi ha di quegli anni?
«È stata un’esperienza indimenticabile. Quando giocavo con la Primavera mi allenavo spesso in prima squadra. L’allenatore era Allegri e in rosa c’erano calciatori fantastici Thiago Silva, Cassano, Inzaghi, Ibrahimovic, Robinho e altri. Allegri ha una straordinaria capacità di gestione dei campioni ed è disponibilissimo con i giovani. Sa trasferire a tutti una grande serenità e credo che questa sia la sua dote principale. Quando avevo 18 anni mi ha fatto esordire in Champions League contro il Bate Borisov. Un’emozione indescrivibile aver giocato per dieci minuti accanto a Zlatan Ibrahimovic».
Il suo ex tecnico al Milan, Giovanni Stroppa, la voleva a Foggia, ma lei ha scelto Pescara. Si è arrabbiato?
«No, ci conosciamo da tanti anni, anche lui è stato un calciatore e ha giocato pure con mio padre a Monza. Le scelte vanno rispettate. Mi saluta ancora? Certamente».
Come si trova a Pescara?
«Molto bene, la città mi piace tanto e le persone sono accoglienti. Poi qui ho un amico fraterno, Matteo Iannascoli (direttore sportivo del Pescara calcio a 5, figlio di Danilo, l’ex ad del Delfino, ndr). L’ho conosciuto otto anni fa in Sardegna e non ci siamo mai persi di vista. Ora ci sentiamo sempre ed è importante avere un punto di riferimento in un posto nuovo. Pescara è molto bella, quando mi sveglio la mattina guardo il mare. Ed è davvero una piacevole sensazione».
I tifosi del Delfino si aspettano un grande campionato.
«Di certo non vogliamo disputare un torneo anonimo, siamo forti e abbiamo la possibilità di raggiungere traguardi importanti».
Se il Pescara non centrasse i play off sarebbe un fallimento?
«Probabilmente sì».
Allora l’obiettivo è la promozione in serie A?
«È presto per parlarne. Ora dobbiamo trovare le soluzioni indicate dall’allenatore, poi verrà il momento di approfondire il discorso. L’unica cosa certa è che siamo forti».
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