Parma-Pescara, Mancuso e Capone ci sono: ecco le mosse di Zeman 

Il tecnico boemo pensa ai cambi in attacco. Coulibaly malconcio, Pettinari resiste, Bovo infortunato

PESCARA. Ganz no, Capone sì e Mancuso forse. Il secondo migliore attacco della B (16 reti) contro uno dei peggiori (7). Il Pescara oggi, a Parma, non può fallire. Il passo falso col Cittadella deve essere riscattato e Zeman potrebbe cambiare qualcosa nella formazione titolare. «Devo avere delle motivazioni per cambiare. Finora, abbiamo cambiato poco per abituare la squadra a giocare assieme», ha detto il boemo prima di partire alla volta di Parma. «Non so se cambierò qualcosa. Ganz? È a disposizione, ma devo valutare se può essere più utile di Pettinari».
Le scelte. Dalle parole di Zeman, l’attaccante scuola Milan dovrebbe partire ancora dalla panchina, anche se Pettinari non segna da quattro partite. In attacco, dunque, il bomber biancazzurro dovrebbe essere confermato al centro del tridente, che cambierà rispetto alla sfida con il Cittadella. Zeman è intenzionato a modificare entrambi gli esterni. Mancuso è pronto al rientro dopo un mese e mezzo di stop e prenderà il posto di Del Sole. Capone (tornato dall’under 19) sarà in campo dall’inizio, in luogo di Benali. Centrocampo confermato, al momento, visto che Coulibaly ha un piccolo ematoma al ginocchio. In difesa ci sono problemi, vista l’assenza di Bovo. Ci saranno Coda (ex di turno) e Perrotta al centro; Zampano e Mazzotta sulle fasce.
Incroci indigesti. Più di 30 anni fa l’ultimo colpo del Pescara, lo stesso tempo è passato dall’ultima esperienza di Zeman in Emilia. Il Delfino oggi pomeriggio a Parma ha l’obbligo di riscattare lo scivolone di domenica. L’avversario non è dei più semplici, calcolando anche che in Emilia i biancazzurri non vincono dal gennaio del 1987. E l’ultima volta, in serie A, il 30 marzo 2013, il Delfino già staccato in zona retrocessione fu battuto 3-0 dai gol di Benalouane, Paletta e Amauri.
Più di 30 anni fa, nella stagione 1987-1988, Zdenek Zeman sedeva sulla panchina gialloblù. Coppa Italia e pre-campionato scintillante, con tanto di vittoria sul Real Madrid.
L’avvio di campionato, però, non fu dei migliori, visto che in sette partite, il boemo, riuscì a raccogliere solo 4 punti. L’esonero fu inevitabile e il tecnico nelle stagioni successive ha sempre raccolto poco al Tardini. Una sola vittoria, con la Roma, nel 1997, due pareggi e nove sconfitte.
Giovani e vecchi. Quella di oggi è anche la sfida tra la squadra più giovane del campionato e quella più anziana. Il Pescara ha la media età più bassa (24,2), gli emiliani sono i “vecchietti” della serie B con 29,4. «Una squadra esperta», è stato il commento di Zeman, che pian piano sta riavendo la squadra quasi a ranghi completi. «Sono molti bravi a sfruttare le palle inattive». Il boemo ha ragione e deve temere questo punto di forza dei crociati, già a segno con tre difensori diversi (Lucarelli e Di Cesare, a quota 2 gol, sono anche i capocannonieri dei ducali).
La chiave. D’Aversa ha difficoltà a far segnare la squadra, forse anche per l’assenza del bomber Fabio Ceravolo, che oggi andrà in panchina. I crociati non vincono in casa dalla prima di campionato (1-0) con la Cremonese e hanno dimostrato di non possedere un gioco veloce e brillante. I gialloblù non sono rapidissimi e il Pescara dovrà essere bravo a sfruttare i ritmi bassi degli avversari, pigiando fin da subito il piede sull’acceleratore, cosa che non è successa domenica scorsa con il Cittadella.
Il Delfino solo se giocherà con intensità e in velocità potrà mettere in difficoltà il Parma. Non è ancora una squadra zemaniana, non solo a livello tattico, ma anche mentale. I biancazzurri devono seguire alla lettera i dettami dell’allenatore che sta cercando di inculcare una mentalità propositiva in campo. Cosa che finora si è vista poco, specie nei giocatori che sono qui già da qualche anno. Bisogna disinserire i freni e dare gas come vuole Zeman, che, sornione, aspetta il suo vero Pescara.
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