CALCIO A 5

Pescara deve arrendersi ai rigori Il sogno scudetto finisce in lacrime 

Una doppia rimonta non basta ai biancazzurri per trascinare la serie a gara-5, Luparense campione. Il presidente Iannascoli: «Che spettacolo la nostra gente, ci riproveremo in Italia e in Europa»

PESCARA. Battuti, ma a testa altissima. Il campionato del Pescara calcio a 5 finisce nel modo più doloroso. Quei rigori, tante volte alleati del Delfino, nella finale scudetto girano le spalle ai biancazzurri.
Una splendida, doppia rimonta non basta per trascinare il verdetto a gara-5. La Luparense è campione d'Italia, tre anni dopo l'ultimo successo. Le lacrime di Rosa, di Leggiero, di Salas, ma un po' di tutti i giocatori pescaresi, attoniti sul parquet, non trovano sollievo nemmeno con gli applausi scroscianti tributati da tutto il palazzetto di fede biancazzurra. Per una volta era stato proprio il Pescara a rimontare gli avversari, in condizioni al limite della disperazione. La rete del 3-3 di Azzoni ad un soffio dalla fine lasciava presagire un epilogo diverso, ma gli errori dal dischetto di Salas e Cuzzolino, due giocatori quasi infallibili in tali circostanze, danno il via alla festa veneta. Il 4-5 finale assegna il tricolore alla Luparense, festosa sul palco a fine partita, ma se vogliamo rinvigorisce ancor di più le ambizioni di Danilo Iannascoli: «Guardate che spettacolo la nostra gente, mi sono emozionato. Come farei a non continuare sapendo di avere un seguito simile?». E sulla serie: «Si sono affrontate due squadre alla pari, tant'è che tre partite su quattro sono finite ai rigori. L'unico rammarico è non aver avuto tutti i giocatori a disposizione. Ci riproveremo, in Italia e in Europa».
Tutto l'entusiasmo del popolo biancazzurro, arrivato ad Ancona con treno, pullman e auto private – alla fine si conteranno almeno 1.500 tifosi pescaresi – viene immediatamente gelato dalla rete di Honorio a coronamento di un miglior inizio ospite. Il gol subìto non scuote il Pescara, quasi mai pericoloso dalle parti di Miarelli. Anzi, sono ancora i Lupi a trovare la via della rete, stavolta in contropiede con Taborda. Il sesto fallo manda al tiro libero Cuzzolino, la cui conclusione è però respinta dal palo dopo il tocco del portiere. L'impressione è che per rimettersi in carreggiata serva la giocata del singolo, trovata dal solito Chimanguinho a 28" dalla sirena dell'intervallo. Pallone sotto la traversa e partita riaperta.
I brividi prodotti dalle percussioni di Bertoni, Taborda e Foglia inducono Colini a chiamare il time out dopo appena 1'35" dal rientro in campo. Il Pescara cresce, Cuzzolino impegna Miarelli ma il vero pericolo arriva ancora dalla puntata di Taborda, deviata sul palo da Capuozzo. Poi è Ramon a centrare la traversa, poco prima di rubare palla e Chimanguinho, costringendolo al fallo che gli costa la seconda ammonizione e di conseguenza il rosso. La partita s'infiamma. Il Pescara resiste all'uomo in meno e trova il pari con Rosa, immediatamente vanificato dal tracciante di Ramon. Poi è Azzoni a far esplodere il PalaRossini a 10" dalla fine con la rete che manda ancora una volta le squadre ai rigori. Ma i Lupi sono più precisi, Trasformano con Foglia e Wellington, sfruttano gli errori pescaresi e alla fine alzano la coppa.
Oggi si discute il ricorso proposto dal Pescara contro le decisioni del giudice sportivo per i fatti del 1° giugno. E sempre a tal proposito è stata proposta l'interrogazione parlamentare, annunciata dall'assessore allo sport del Comune di Pescara Giuliano Diodati, a seguito di insulti quali “terremotati” e “handicappati”, arrivati in gara-1.
Adriano De Stephanis
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