Daniele Sebastiani

CALCIO SERIE B

Pescara, terzo posto e polemiche 

Il monito di Sebastiani a Pillon e il caso Machìn, la brutta prova a Livorno lascia strascichi pesanti

PESCARA. Terzo posto e polemiche. Sono bastate due prestazioni deludenti per scatenare le critiche nei confronti di Bepi Pillon. Dopo la prova opaca ma comunque accettabile contro la Cremonese, un avversario di spessore che punta ai play off, il sofferto pareggio di Livorno che ha lasciato pesanti strascichi. Il presidente Daniele Sebastiani ha consigliato all’allenatore di “pensare a un piano B”, ripetendo la frase pronunciata poco più di un mese fa quando il Delfino ha perso in trasferta contro il Verona. «Più si va avanti e più gli avversari ci studiano», le parole di Sebastiani dopo la sconfitta al Bentegodi, «bisogna essere pronti a cambiare qualcosa durante la gara». Insomma, da tempo il presidente si aspetta e auspica un cambio di modulo, soprattutto quando la squadra non riesce a prendere in mano le redini del gioco, come è accaduto a Livorno. Al contrario, almeno finora, Pillon non ha mai messo in discussione il 4-3-3 come sistema di partenza. Lo ho ha sempre proposto sin da quando è arrivato sulla panchina del Pescara (4 aprile 2018). Però, bisogna rimarcarlo, il 62enne tecnico di Preganziol ha spesso effettuato variazioni durante le partite. Addirittura, nel match di due giorni fa in Toscana, ha fatto ricorso a ben tre moduli (4-3-3, 4-4-2 e 3-5-2) nell’arco dei novanta minuti. In verità la divergenza tra i due risale all’estate scorsa, quando i dirigenti premevano per un cambio del sistema di gioco cercando sul mercato i trequartisti (per Leonardo Morosini del Genoa era praticamente fatta) trovando la resistenza di Pillon che ha manifestato la volontà di proseguire il lavoro iniziato qualche mese prima.
Una scelta premiata dall’ottimo cammino nel girone di andata. I numeri gli hanno dato ragione e sarebbe ingeneroso non riconoscere i meriti di un allenatore che nella passata stagione ha tirato fuori il Delfino da una situazione drammatica e nel torneo in corso lo ha portato in una posizione di classifica inimmaginabile la scorsa estate. E infatti il buon rapporto e la stima reciproca tra Sebastiani e Pillon sono rimasti invariati. Le due stilettate sul piano B rientrano nella dialettica tra presidente e allenatore.
Più interessante e profonda la riflessione di Pillon sulla lotta promozione. «Noi siamo partiti per fare un campionato tranquillo, poi ci siamo ritrovati in questa bella situazione di classifica ma non è il caso di illudere nessuno». In sintesi, il tecnico ha ribadito che il Pescara non ha l’obbligo di andare in A. Semmai, potrebbe provarci se dal mercato arrivassero un paio di pedine in grado di spostare gli equilibri. Il vero salto di qualità sarebbe possibile qualora la dirigenza compiesse uno sforzo che al momento sembra improbabile.
Poi c’è il caso Machìn che rende più incandescente la marcia di avvicinamento al big-match di domenica (ore 21) con il Brescia. L’agente della mezzala, Donato Di Campli, ha attaccato Pillon che non lo ha schierato a Livorno. Sebastiani ha condannato la presa di posizione del procuratore. «Di Campli ha parlato a sproposito», ha detto a Rete 8, «mancando di rispetto a Pillon e ai ragazzi. Machìn ha preso le distanze e domani (oggi, ndr) si scuserà con i compagni e l’allenatore». Infine, bisognerà fare i conti con l’umore dei tifosi che, delusi dalla prova di Livorno, pretendono dalla squadra un atteggiamento meno timoroso e una reazione convincente. Insomma, non un bel clima in vista della gara delicatissima contro il Brescia.
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