l'inchiesta

Savona-Teramo, ecco perchè Palazzi crede alla combine

Le intercettazioni telefoniche fanno emergere un forte quadro indiziario. Ma la Procura di Catanzaro e il procuratore Palazzi vanno oltre: sono stati Campitelli e Di Giuseppe a chiedere a Di Nicola di taroccare la partita poi vinta per 0-2

Le intercettazioni telefoniche fanno emergere un forte quadro indiziario. Ma la Procura di Catanzaro e il procuratore Palazzi vanno oltre: sono pressoché certi che Savona-Teramo 0-2 del 2 maggio scorso sia stata taroccata. E nell’informativa della squadra mobile non hanno dubbi: sono stati Luciano Campitelli e Marcello Di Giuseppe a chiedere a Ercole Di Nicola di intervenire per “aggiustare” la partita.

Inizia il ds biancorosso il lunedì precedente la partita di sabato 2 maggio. Dapprima chiamando e poi incontrando l’ormai ex responsabile dell’area tecnica dell’Aquila che, secondo la Procura di Catanzaro, è il “regista” di questa e di altre partite combinate. Da lì inizia il lavoro di Di Nicola che prima individua il canale Matteini e poi – una volta ricevuto il “semaforo rosso” dall’attaccante ex Teramo e Pescara – vira su Corda (ex allenatore del Savona) e Barghigiani (ds del Savona. Nel corso della settimane l’attività di Di Nicola è frenetica. Mica una e due telefonate. Tantissime. E il suo interlocutore è spesso Di Giuseppe con il quale partecipa, secondo la squadra mobile di Catanzaro, a un incontro a Bisceglie con Corda e a uno all’Aquila con Barghigiani.

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E la figura di Campitelli? Non interviene direttamente, ma è ingombrante, aleggia sulla vicenda. La difesa punterà ad escluderlo dalla partita della giustizia sportiva per il semplice fatto che scatterebbe la responsabilità diretta per l’illecito sportivo e il Teramo andrebbe incontro alla retrocessione all’ultimo posto in classifica del girone B della Lega Pro.

La figura del presidente è ingombrante perché Barghigiani ha messo a verbale che l’ha incontrato dopo la partita ad Albissola. Gli inquirenti sono certi che fosse presente anche all’incontro avvenuto prima della gara, sempre ad Albissola. Lo sono perché i dirigenti del Teramo sono segnalati a bordo di una Maserati da Di Nicola che chiama Barghigiani. E la Maserati è di Campitelli. Non solo: c’è Di Nicola fuori dall’ufficio del presidente quando, il 13 maggio, Barghigiani reclama il pagamento finale della sua parte.

Ma c’è anche un passaggio di un’altra intercettazione che fa pensare alla presenza di Campitelli all’incontro del pre-partita quando le parti, secondo l’accusa, definiscono la combine. E’ Di Nicola che parla a Di Giuseppe poco prima delle nove del mattino del 2 maggio, il giorno della partita promozione al Bacigalupo; lo indottrina su come comportarsi davanti ai rappresentanti del Savona, guidati da Barghigiani, e soprattutto gli dice: “Tu gli devi dire che non deve parlare di niente, gli devi dire al tuo capo... Hai capito?”. Quindi, il capo che parteciperà all’incontro, secondo gli inquirenti, è Luciano Campitelli. Che, vale la pena ricordarlo, ha fatto il viaggio in macchina insieme a Di Giuseppe il primo maggio, verso Savona. La sera del giorno dei lavoratori, infatti, Di Giuseppe risponde alla chiamata di Di Nicola e dice: “Sì, posso parlare. Ci troviamo a Bologna. Sono in macchina con il presidente e due dirigenti”. Il procuratore capo dell’Antimafia di Catanzaro, Lombardi, è certo della combine (30mila euro pagati in più soluzioni) e del fatto che sia stata organizzata su mandato di Campitelli e Di Giuseppe.

Ma la difesa ha intenzione di smontare questa tesi. La sensazione della combine emerge dal quadro indiziario. Ma l’avvocato Chiacchio non ritiene la situazione compromessa. Al contrario, conta di potersela giocare davanti alla giustizia sportiva. Ma l’imperativo è tenere fuori dalla partita Campitelli, è fondamentale per sperare di conservare la serie B conquistata sul campo.

@roccocoletti1

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