«Società sana, squadra più forte»

Pescara, il neo-presidente De Cecco parla di mercato e campionato.

PESCARA. Senza togliere nulla a chi lo ha preceduto, ma il vero presidente del Pescara è proprio lui, Peppe De Cecco. La nuova fase biancazzurra era nata sotto la presidenza di Deborah Caldora, che in un anno ha saputo destreggiarsi molto bene in società e davanti ai riflettori. Poi, però, con il tempo le cose sono cambiate.
Il rimpasto societario è sfociato inevitabilmente anche nella ridistribuzione delle cariche. Stavolta è toccato a De Cecco mettersi sulle spalle la carica più importante del club. Ieri mattina, nel primo CdA dopo la ricapitalizzazione, è stato eletto all’unanimità l’imprenditore della pasta, colpito da un lutto proprio nel giorno in cui doveva essere concretizzata la sua elezione.

«Mia madre è stata una grande tifosa del Pescara e sono sicuro che tiferà anche da lassù», ha osservato il neo presidente, che spiega il nuovo organigramma societario. «Mi hanno chiesto di fare il presidente e ho accettato per l’amore che provo per il Pescara. Ho da sempre il cuore biancazzurro e come gli altri soci voglio solo il bene di questa società».
E continua ricordando il recente passato, i pericoli scongiurati e qualche frizione di troppo nel gruppo dirigente. «Abbiamo salvato la squadra da un fallimento l’anno scorso, scongiurando il rischio di sprofondare nel calcio dilettantistico e ora andiamo avanti più forti di prima.

E’ normale che in un organigramma numeroso come il nostro nascano delle incomprensioni, che tuttavia alla fine sono state chiarite. Tutti abbiamo fatto un passo indietro», spiega il massimo esponente biancazzurro, «anche il sottoscritto, perché dei litigi e delle fratture poco mi importa. Io voglio solo il bene del Pescara e per rimettere a posto la situazione ho accettato di buon grado la responsabilità di assumere la presidenza del sodalizio».

Come un fiume in piena, il neo presidente prosegue senza fermarsi neanche davanti a paragoni arditi. «Il nostro è un gruppo serio. Tra pochi giorni pagheremo gli stipendi di novembre e poi quelli di dicembre. Sfido chiunque a trovare gente seria come noi. Forse nemmeno il Chelsea, giusto per fare un esempio, è precisa come la nostra società nei pagamenti».

Però, balza subito all’occhio che nel nuovo CdA non c’è più Deborah Caldora, messa da parte in maniera repetina, forse un po’ strana. «Deborah si è un po’ offesa quando ci sono state le prime incomprensioni con qualcuno dei soci, ma adesso è tutto rientrato. Anche lei ha dato dimostrazione di essere molto attaccata a questi colori. Le cariche, poi, hanno poca importanza, perché la Caldora, insieme a me, è una vera colonna portante di questa società».

Infine il calciomercato appena chiuso. Un’esperienza tutt’altro che felice. «Sono deluso del calciomercato in generale. Ci sono troppe bugie, troppe chiacchiere, tante cattiverie. È un mercato malato, legato troppo agli interessi dei procuratori di turno. Per quanto ci riguarda, mi dispiace di non aver potuto mandare a giocare Lorenzo Prisco altrove, perché il ragazzo è giovane e anche molto bravo. Meritava di giocare con continuità».

Comunque, la rosa rimane troppo ampia. Ma non per colpa del direttore generale Lucchesi, assicura De Cecco. «Mi rattrista pensare che qualche giocatore finirà per forza in tribuna, vista l’abbondanza della rosa. Se fosse partito qualcuno, forse, avremmo preso il cosiddetto trequartista, che comunque sarebbe stato il secondo di Marco Verratti. Marcolino secondo me potrebbe essere il nostro valore aggiunto appena tornerà disponibile. Lucchesi in discussione? Le colpe non sono sue. Ha fatto un buon lavoro in estate e credo che sia da folli mandarlo via in questo momento. C’è un campionato da vincere davanti a noi, poi, a giugno tireremo le somme».