VENEZIA E TACOPINA, TU VUÒ FA' L’AMERICANO?

Sul sito ufficiale del Venezia, da qualche giorno, c’è una bella intervista al presidente Joe Tacopina. Anzi, più che un’intervista, è un racconto che Mister Joe fa della sua vita, delle sue emozioni,...

Sul sito ufficiale del Venezia, da qualche giorno, c’è una bella intervista al presidente Joe Tacopina. Anzi, più che un’intervista, è un racconto che Mister Joe fa della sua vita, delle sue emozioni, delle sue ambizioni. Partendo dalle fiere origini italiane della sua famiglia (papà romano, mamma siciliana), dell’infanzia passata tra le strade difficili di Brooklyn, dai sacrifici fatti dai genitori per garantirgli gli studi nelle scuole migliori e del loro orgoglio nel vederlo diventare uno dei più affermati avvocati d’America. E poi la scalata alla Roma, la squadra per la quale il papà aveva sempre tifato, il periodo del Bologna e infine il Venezia: un marchio di valore mondiale che può spingere anche la squadra di calcio a diventare più grande.
I primi passi li ha fatti con Pippo Inzaghi (promozione dalla C e play off in B, l’anno dopo) e, dopo le troppe sofferenze della scorsa stagione (retrocessione e ripescaggio grazie al fallimento del Palermo), la crescita potrebbe continuare con la nuova, giovane gestione tecnica di Alessio Dionisi, il 39enne allenatore di Siena “scovato” dal ds dei lagunari, il pescarese Fabio Lupo, dopo il gran bel campionato sulla panchina dell’Imolese, portata ad un passo dalla promozione in serie B.
Tacopina racconta quanto si siano innamorati tutti di lui, dell’allenatore “venuto dal nulla”, dopo tutta una carriera nelle retrovie del football italiano. «È straordinario per il lavoro che fa sul campo ma anche a livello umano».
Ha cominciato la stagione con un paio di inciampi casalinghi, contro Cremonese e Chievo, ma dalla quarta giornata non ha praticamente più sbagliato un colpo: cinque gare con il segno positivo e, l’ultima, la vittoria contro la Salernitana di Ventura che gli ha garantito il salto in zona play off.
Il presidente è pronto a scommettere che avrà un grande futuro nel calcio italiano, lì dove anche l’ex ragazzino di Brooklyn ha una voglia matta di lasciare il segno. E piazza San Marco è decisamente più bella della 18a strada.
*giornalista Sky Sport
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