Pescara

Zampano va all'attacco: solo falsità sul mio conto

Il laterale del Delfino: «Non è vero che sono rimasto controvoglia. L’interesse di una società di serie A fa piacere a qualsiasi giocatore, ma io qui sto benissimo»

PESCARA. «Chi pensa che io sia rimasto a Pescara con la testa sbagliata non ha capito niente». Francesco Zampano entra a gamba tesa e risponde a chi, in questo avvio di campionato, lo ha visto poco concentrato e con la mente da un’altra parte. «Io sono contento a Pescara, mi alleno al massimo e ho l’atteggiamento giusto». L’inatteso ko casalingo con il Cittadella ha ridato fiato ai critici del terzino del Pescara. La prova del 24enne genovese, così come quella dei suoi compagni, non è stata esaltante. In generale, nelle prime otto gare di campionato tutti si aspettavano un rendimento migliore.
In verità, le discussioni sul suo conto e il conseguente tira e molla (Zampano parte, anzi resta) hanno accompagnato l’intera estate. Ed è vero che Francesco era sul punto di lasciare il Pescara per trasferirsi in un altro club. Si era parlato di Chievo, Udinese, Benevento e via discorrendo, ma alla fine non sono arrivate proposte soddisfacenti ed è rimasto in riva all’Adriatico. Addirittura, la dirigenza biancazzurra aveva bloccato anche l’eventuale sostituto (Tommaso Cancellotti della Juve Stabia, poi finito al Brescia), ma il presidente Sebastiani aveva più volte ribadito: «Non svendiamo nessuno». Dunque, in mancanza di offerte adeguate, Zampano ha continuato l’avventura con la maglia del Pescara, al pari di altri suoi compagni (Bovo, Brugman, Benali ecc...). Chiaramente gli sarebbe piaciuto proseguire la sua carriera in serie A e non è escluso che la notte del 31 agosto sia andato a letto con qualche rimpianto. «La gente pensa che io sia rimasto controvoglia», ha spiegato ieri al Pescara store durante l’evento organizzato dall’azienda Cocco Pelletterie di Sulmona che ha fornito i trolley da viaggio ai calciatori della prima squadra. «Al contrario, io qui sono sereno e felice. Lo sanno sia l’allenatore che la società. E se qualcuno pensa il contrario non mi interessa. A queste persone non devo dimostrare nulla. Ho sentito tante voci che mi hanno dato fastidio, ma non posso farci nulla. Dico solo che se non avessi avuto la voglia di restare a Pescara sarei andato via. Addirittura c’è chi ha insinuato che non sono sceso in campo nella prima gara con il Foggia con la scusa di un malanno, invece avevo un virus e sono stato anche in ospedale». Poi la frase di Zeman («C’è chi è infortunato perché ha il compleanno») alla vigilia della sfida in trasferta contro il Carpi. Il giorno della gara, Francesco ha compiuto 24 anni. «Ho parlato con lui, mi ha detto che era una battuta, il mister le fa spesso anche per stimolarci». Finora il tecnico non lo ha schierato con continuità (4 partite su 8). «Siamo quattro terzini in grado di giocare. C’è concorrenza, chi sta meglio gioca».
La squadra non ha ancora l’impronta del tecnico. Forse bisognerà trovare un compromesso tra le volontà dell’allenatore e le caratteristiche dei calciatori che non sembrano tutti adatti alle pretese del boemo. «Non sono d’accordo, noi crediamo alle sue idee e a breve si vedranno i risultati. I concetti di Zeman sono pochi e molto chiari, non sarà un problema assimilarli. Servirà solo un po’ di tempo, ma riusciremo ad applicare il suo calcio». Il passo falso col Cittadella è già alle spalle. Sabato a Parma i tifosi si aspettano una reazione convincente. «C’è qualche rimpianto per aver buttato punti per strada. Nell’ultimo match con il Cittadella siamo andati sotto dopo due minuti e questo ha condizionato la gara. A Parma per i tre punti? Noi scendiamo in campo contro chiunque per vincere. E alla fine faremo i conti».
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