Da sinistra: Repetto, Zauri, Sebastiani e Bocchetti

IL NUOVO CORSO DEL PESCARA

Zauri: amo il bel gioco, sarà un Delfino sprint 

Il neo allenatore biancazzurro ha le idee chiare: «Mi piace molto il 4-3-3 ma non sono integralista. Attacco da rifondare, Fiorillo intoccabile» 

PESCARA. Il calcio secondo Luciano Zauri è semplice, organizzato e propenso al bel gioco. «Mi piacciono i calciatori di qualità e che sappiano imporre il proprio gioco». Le prime parole del nuovo allenatore del Pescara sono chiare e decise, facendo trasparire un pizzico di sfacciataggine tattica. In Primavera ha adottato il 4-3-3 ed è pronto per lanciare un Delfino sbarazzino. «Vorrei una squadra che giochi bene e che sia, soprattutto, pimpante». Idee chiare, tanta voglia, ma anche la consapevolezza del ruolo che andrà a ricoprire.
Il grande salto. «Per me questa è una grandissima opportunità. Vengo dal basso, ho fatto la gavetta e ringrazio il Pescara per la scelta». Luciano da Pescina, 41 anni, che dedica la panchina alla sua famiglia. «Questa opportunità voglio dedicarla a mia moglie Vanessa e ai nostri due bambini, Giulia e Lorenzo». Il piccolo Lorenzo è l’ombra del papà, arrivano insieme alla conferenza stampa e si staccano solo quando il papà Luciano deve sedersi davanti ai cronisti. «Pescara va oltre il calcio e la professione», dice l’ex terzino di Lazio, Atalanta e Sampdoria. «Per me Pescara è casa, la seconda casa, e questa per me è stata anche una scelta di cuore», continua il rampante tecnico biancazzurro, che abita in centro a pochi passi da piazza Salotto. «Questa per me è una grande prova e voglio fare bene». L’euforia è tanta, ma non dimentica il passato. «Ringrazio tanto Pillon perchè è stato bello lavorare con lui, anche se a distanza. Non vendo fumo, non ho la bacchetta magica, però vi garantisco che mi piace il bel calcio».
Moduli e uomini. Si riparte dal 4-3-3, ma non solo. «Non sarà un problema lo schieramento, gioco con tutti gli assetti. Voglio elementi che sappiano giocare e che abbiano coraggio», puntualizza, visto che il suo nuovo Delfino potrebbe adottare anche il 4-3-1-2. «Non sono mai stato un integralista. Il calcio è dinamico, non si può essere fossilizzati su una cosa sola e quindi, in base ai giocatori che avrò a disposizione, mi adeguerò. I miei maestri? Sicuramente Cesare Prandelli ai tempi dell’Atalanta e Delio Rossi alla Lazio, ma non dimentico Pasquale Marino nei miei ultimi anni a Pescara».
Alle porte c’è il calciomercato con una squadra che dovrà essere plasmata a sua immagine. «A livello numerico sarà l’attacco quello che forse andrà ritoccato maggiormente», dell’anno scorso l’unico sotto contratto, infatti, è Manuel Marras. «Però anche in tutti i reparti qualcosa dovrà essere fatto, tranne che in porta». Blindato Fiorillo, che potrebbe avere la fascia da capitano qualora Gaston Brugman dovesse partire. «Gaston è un lusso per la serie B e vedremo cosa dirà il mercato. La A è il sogno di tutti i calciatori e dovremo vedere se arriveranno delle richieste». Dribbla con eleganza la domanda, ma fa capire la sua linea. «Non ci sono giocatori intoccabili. So come ragiona un calciatore quando ha una richiesta importante. Tenerlo scontento è controproducente. Nessuno è insostituibile».
Linea verde. Sarà un Pescara nuovo, ma con il giusto equilibrio. «I giocatori bravi io li terrei tutti. Della Primavera qualcuno farà il ritiro con noi, ma non sarà un premio ma perché lo meritano. Anche sui giovani dico che ci sarà un giusto mix. Ad esempio abbiamo già Bettella e Sottil mi piacerebbe riaverlo».
Contratto annuale. Dovrà progettare con Bocchetti e Repetto il nuovo Delfino, sempre con la benedizione del presidente Daniele Sebastiani, che ha fatto firmare al 41enne marsicano un contratto annuale. «Negli ultimi tempi abbiamo fatto così, ma abbiamo inserito l’opzione per il rinnovo», dice il massimo dirigente biancazzurro, che dopo Oddo e Di Francesco, lancia un altro giovane allenatore promosso dal settore giovanile. «Luciano mi fa pensare molto a Di Francesco», dice il presidente. «Con Luciano sono bastati 30 secondi e uno sguardo per decidere», racconta Sebastiani. «Zauri fa parte della famiglia del Pescara da un po’ di anni. Prima da giocatore e poi da allenatore. Credo che lui abbia dimostrato in campo il suo valore. È un bravo ragazzo, una persona seria e un bravo allenatore. È stato il valore aggiunto in Primavera. Adesso si appresta al grande salto. Dobbiamo disputare un campionato dignitoso, ma cercando sempre di fare il massimo».
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